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“Io provo a fare un’autoironia che non vada per forza a creare un effetto di autodistruzione. La mia scelta è di fare ironia, ma mai fermarsi sugli stereotipi che riguardano la comunità LGBTQ+“.
Matteo Fallica (@matteo_fallica) racconta a Gay.it la sua idea di comicità. Bolognese, classe ’89, Fallica all’età di trent’anni ha deciso di lanciarsi nel mondo della stand-up comedy, affrontando questioni legate alla comunità LGBTQ+, di cui fa orgogliosamente parte, alla mascolinità tossica e ai temi caldi del presente come il politicamente corretto e la cancel culture.
Cos’è, cosa non è la cancel culture
e come la usano contro di noi >
“Non esiste nessuna dittatura del politicamente corretto. Se fai una battuta devi prenderti la responsabilità di quella battuta“, così Matteo Fallica tocca un nervo scoperto di parte della comicità italiana che continua a fare ‘satira’ sulle minoranze senza riconoscere i propri errori e i retaggi tossici che trascina con sé.
Fallica ha partecipato a due edizioni di “Stand-Up Comedy”, in onda su Comedy Central (Sky) e in parallelo porta avanti il suo lavoro di grafico freelance.
“La differenza è molto semplice: se un comico fa ridere o un comico non fa ridere. Si è liberissimi di fare battute transfobiche, ma nel momento in cui la comunità trans* ti dice ‘hei, guarda che le cose che stai dicendo sono terribili”, bisogna avere la lucidità di provare a capire dove abbiamo sbagliato e perché le persone si sono offese”.
Gay.it – News on the Road
Intervista e montaggio a cura di @lilihartlep.
Musica di @skdigio
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