Oltre 60 città d’Italia sono scese in piazza, quest’oggi, per chiedere a gran voce al parlamento una legge contro l’omotransfobia e la misoginia. “Finalmente la settimana prossima la legge continuerà in Aula alla Camera il suo iter, ed è davvero importante che in questi giorni la società civile faccia sentire forte la sua voce”, ha scritto sui social Alessandro Zan, deputato Pd, per poi denunciare quanto richiesto dalle opposizioni (Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia), ovvero il rinvio del ritorno del DDL a Montecitorio causa Covid-19. Peccato siano le stesse opposizioni che continuano a dire di no al voto a distanza. Peccato che gli unici lavori a dover slittare dovrebbero essere quelli relativi al DDL Zan. “È semplicemente vergognoso speculare su una situazione drammatica per fermare una legge di civiltà”, ha concluso Zan, seguito a ruota dalla senatrice Pd Monica Cirinnà, che ha accusato i firmatari di simile richiesta di “strumentalizzare vergognosamente l’emergenza sanitaria. Un motivo in più per essere in tante e tanti in piazza”.
“Non c’è più tempo”, ha proseguito la madre delle unioni civili all’italana. “Si tratta di un provvedimento atteso da anni, che potrà restituire riconoscimento e giustizia alle troppe persone che quotidianamente subiscono discriminazioni e violenza per ciò che sono, o per chi amano. È davvero importante che dalle piazze arrivi in Parlamento un vento di civiltà e di coraggio. Troppo spesso le finestre di Montecitorio e Palazzo Madama restano chiuse, quando invece è fondamentale che quelle stanze, quei corridoi e quei saloni vengano invasi dalla domanda di eguaglianza e giustizia che proviene dalle cittadine e dai cittadini. Una domanda chiara, appassionata, forte, e il più possibile unitaria. Ricordo bene l’effetto che fecero, in Senato, le 100 piazze di Svegliati, Italia, il 23 gennaio 2016. Se non ci fossero state, mi sarei sentita più sola, e con me tante e tanti colleghi che stavano lottando quotidianamente per ottenere la legge sulle unioni civili. Per impegni personali non potrò essere in piazza, oggi. Ma lo sapete: il mio cuore batterà all’unisono con tutte e tutti coloro che decideranno di esserci, nonostante tutto, con responsabilità e rispettando le prescrizioni sanitarie, in condizioni di piena sicurezza. La democrazia vive di questo. E noi rappresentanti abbiamo bisogno di voi e della vostra presenza per percorrere con forza e sicurezza la strada che conduce a un’Italia più giusta e più civile. Un’Italia dei diritti”.
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