La Corte d’Appello di Milano ha stabilito che il Comune del capoluogo lombardo dovrà trascrivere la sentenza di adozione di un bimbo da parte di due papà (uno italiano naturalizzato statunitense, mentre l’altro è nativo statunitense) avvenuta negli Stati Uniti, a New York.
L’importante notizia è stata diffusa nelle ultime ore dall’avvocato Alexander Schuster, che ha seguito il caso dopo che i due genitori adottivi si erano rivolti all’Associazione Radicale Certi Diritti. Insomma, dopo le importanti sentenze di Firenze del marzo scorso anche Milano si è attivata per il riconoscimento legale delle adozioni avvenute all’estero.
Attraverso il suo sito l’avvocato ha specificato che: “La decisione non solo conferma che in Italia l’adozione piena da parte di due persone dello stesso genere non è contraria all’ordine pubblico ma, in adesione alle tesi dello studio, sconfessa l’approccio del Tribunale dei minorenni di Firenze (decreti 7 marzo 2017), poiché riconosce che questi provvedimenti di adozione sono immediatamente esecutivi in Italia, senza alcun obbligo di previa “verifica” da parte del giudice minorile“. La notizia importante è anche che le coppie gay che adottano in un’altra nazione non saranno più obbligate a rivolgersi al giudice per trascrivere l’adozione nel nostro Paese.
La sentenza di Milano inoltre risolve anche la questione della stepchild adoption: lo status di figlio è stato poi deciso che si applica a tutti, anche ai figli adottivi, senza che si parli più di adozione “legittimante”. “Finalmente i giudici riconoscono così che occorre porre fine anche allo stigma delle adozioni in casi particolari (inclusa l’adozione coparentale), con bambini che per il diritto hanno sì un genitore, ma non nonni e fratelli”.
Altro punto importante toccato dalla sentenza riguarda la gestione del tema da parte delle istituzioni. La Corte d’Appello ha infatti stabilito che sindaci e ministero dell’Interno non possono intervenire sulle adozioni: “Dopo Trento anche Milano riconosce che la pubblica amministrazione, lo Stato paternalista non ha diritto di ingerirsi su questioni riguardanti i legami famigliari”.
La trascrizione dell’adozione ha richiesto in tutto quattro anni: “Mio marito ed io eravamo fiduciosi nel buon esito del giudizio” racconta uno dei due papà “perché sapevamo che la mia amata Italia avrebbe presto riconosciuto il diritto di nostro figlio Jesse ad esserne cittadino e che anche in Italia gli sarebbe stato riconosciuto che noi siamo i suoi genitori. La prossima volta che il nostro bambino verrà a trovare il nonno in Italia lo farà col passaporto italiano. Questa ordinanza ci riempie di gioia“.
Leonardo Monaco, segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti, ha così commentato l’importante traguardo: “Non c’è modo migliore di festeggiare la stagione dei Pride che con una sentenza grazie alla quale un Comune lombardo è stato obbligato a trascrivere l’adozione congiunta di un minore statunitense registrata da due uomini gay nello stato di New York. L’associazione Radicale Certi Diritti ringrazia il coraggio e la cocciutaggine della coppia di ricorrenti che, rivolgendosi a noi, ha messo a disposizione il proprio vissuto per questo importante passo avanti ed è grata all’avvocato Alexander Schuster per l’instancabile lavoro e la tenacia con cui ha portato avanti le ragioni di questa causa“.
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Finché non ci sarà la legge si andrà avanti a colpi di sentenze. Purtoppo la Corte Costituzionale italiana vetero cattocomunistabigotta ha bocciato l’estensione dei matrimoni alle coppie gay a differenza dei quella americana. Sarebbe stato tutto più semplice. La domanda è se di corte in corte qualcuno riuscisse ad arrivare di nuovo alla Consulta questa volta la sentenza sarebbe a noi favorevole? Ne dubito viste certe sentenze. Una corte che definisce incostituzionale un qualunque sistema maggioritario usato in tutto il mondo è … fuori dal mondo.