Monica Cirinnà, senatrice del Partito Democratico nonché madre delle unioni civili italiane, è tornata a ribadire l’urgenza di una legge contro l’omotransfobia e la misoginia dalle pagine di Vanity Fair, intervistata da Alessia Arcolaci.
La senatrice, pronta a candidarsi per le eventuali primarie del centrosinistra a sindaco di Roma, ha commentato con sofferenza la morte di Maria Paola, uccisa dal fratello perché innamorata di un ragazzo FtoM.
Quello che è successo a Caivano, l’assurda morte di Maria Paola e la violenta aggressione contro Ciro, mostra tutta l’urgenza di una legge che combatta fermamente l’omolesbobitransfobia e la misoginia. Siamo l’unico paese europeo a non averne una. Il testo di Alessandro Zan ora è in discussione alla Camera ed è un enorme passo avanti. Ma come abbiamo visto in altre occasioni, la destra sta attuando un ostruzionismo vergognoso per impedire che il nostro Paese cresca sul fronte dei diritti. In questi giorni sono in Toscana per la campagna delle regionali. Sa chi è la candidata del centrodestra? Susanna Ceccardi, che da sindaca di Cascina voleva impedire la celebrazione delle unioni civili, nonostante la legge. Questo è il quadro in cui ci muoviamo e questo muro di discriminazione dobbiamo combattere, ovunque. Assicurare tutele alle persone più vulnerabili che subiscono odio e violenza per il loro orientamento sessuale e identità di genere dovrebbe essere un valore condiviso in un paese civile e democratico. Invece c’è chi sostiene che così si limiterebbe la libertà d’opinione. La verità è che dobbiamo fermare la libertà di odio e mi auguro che presto il testo diventi legge.
Cirinnà ha rimarcato come la politica “può e deve fare tanto e presto. Ma non basta. C’è un lavoro culturale che quotidianamente tutti devono fare: le istituzioni a tutti i livelli, i cittadini, le associazioni, i mezzi di informazione e soprattutto la scuola. Praticare ed educare alla convivenza e la comprensione della complessità sono le armi più importanti per combattono qualsiasi forma di discriminazione. Se puntiamo sui più giovani, forse arriveremo a un mondo nel quale una legge contro l’omolesbobitransfobia non è più necessaria. Oggi, però, è ancora indispensabile“. Parole di vicinanza alla comunità LGBT, infine, che si è subito schierata al fianco di questa donna competente e battagliera.
© Riproduzione RiservataIn questi anni ho imparato a conoscere il mondo Lgbti+, un mondo fatto di amore, di libertà, di mille difficoltà, di discriminazione, ma anche di tanta forza, determinazione e sete di diritti. Ho conosciuto persone straordinarie che hanno insegnato a me, donna eterosessuale, che le battaglie per i diritti che avevo condotto fino ad allora, da quelle animaliste a quelle femministe, avevano ancora tanta strada davanti. Ho imparato che le declinazioni dell’uguaglianza e dell’amore sono infinite. E le ho fatte mie. Quando ho appreso la notizia della tragedia di Caivano mi sono passate in un secondo davanti agli occhi tutte le storie delle migliaia di Maria Paola e Ciro che vivono nel nostro Paese. Ho provato profonda tristezza, ma anche tanta rabbia. Rabbia perché come legislatori non abbiamo fatto ancora abbastanza per tutelare la vita di queste persone.