Ad un anno esatto dalla sua uscita nei cinema d’America, Everything Everywhere All At Once ha sbancato gli Oscar del 2023, portando l’ormai potentissima A24 a rivincere la statuetta più ambita 6 anni dopo il clamoroso trionfo di Moonlight. La pellicola diretta da Daniel Kwan e Daniel Scheinert, alla loro opera seconda 7 anni dopo l’assurdo Swiss Army Man, ha vinto l’Oscar come miglior film, conquistando anche quelli per la regia, per la sceneggiatura originale, per il montaggio, per il miglior attore, attrice non protagonista e attrice protagonista. Everything Everywhere All At Once ha così riscritto la Storia Academy, vincendo sei dei 7 Oscar principali (a mancare è solo quello del miglior attore protagonista). Battuti Accadde una Notte, Qualcuno volò sul Nido del Cuculo e Il Silenzio Degli Innocenti che si fermarono a quota cinque (centrando però entrambi gli attori protagonisti).
Un incredibile exploit per i Daniels, conosciutisi all’università, cresciuti a pane e video musicali, con Daniel Scheinert che ha voluto ringraziare anche sua mamma, dal palco Academy, ricordando tutte le volte che da piccolo si vestiva in drag, “cosa che non fa male a nessuno, ve lo assicuro“. Pioggia di applausi dalla platea, con un chiaro riferimento anche se non soprattutto all’enormità di leggi transfobiche che il partito repubblicano sta presentando in decine di Stati d’America.
3° strameritato Oscar per Guillermo del Toro grazie al suo meraviglioso Pinocchio in stop motion, mentre un emozionatissimo Ke Huy Quan, bimbo prodigio in Indiana Jones e il Tempio Maledetto poi dimenticato dall’industria, è andato incontro al perfetto riscatto hollywoodiano vincendo un Oscar come miglior attore non protagonista semplicemente inimmaginabile fino a 6 mesi fa grazie a Everything Everywhere All at Once. Standing ovation per Jamie Lee Curtis, straordinaria vincitrice come miglior attrice non protagonista per Everything Everywhere All at Once, con l’attrice, orgogliosa mamma di una ragazza trans, che ha voluto ringraziare anche la sua famiglia. “Al mio bellissimo marito, alle nostre figlie, Annie e Ruby, a mia sorella. Abbiamo vinto l’Oscar. A tutte le persone che hanno amato i miei film di genere, abbiamo vinto l’Oscar. A mio padre e a mia madre che vennero nominati. Ho appena vinto un Oscar!“.
Primo premio Oscar alla prima candidatura per l’eccezionale Brandon Fraser di The Whale, a cui negarono follemente una Coppa Volpi a Venezia ma ora eletto miglior attore dell’anno dall’Academy, negli abiti di un professore accecato dal dolore della morte del compagno a tal punto da mangiare fino a morire. Michelle Yeoh ha invece battuto la divina Cate Blanchett di Tar grazie al solito Everything Everywhere All at Once, vincendo l’Oscar come miglior attrice protagonista. Solo nel 2002, con Halle Berry, c’era stato un Oscar ad un’attrice protagonista non bianca.
Niente da fare per il Leone d’Oro Tutta la bellezza e il dolore – All the Beauty and the Bloodshed, documentario sulla fotografa bisessuale Nan Goldin sconfitto da Navalny, così come per la nostra Alice Rohrwacher, in corsa per il miglior corto live-action con Le Pupille, battuto da An Irish Goodbye. Italia a bocca asciuta anche con Aldo Signoretti, alla sua 4a nomination per il miglior trucco e parrucco andata a vuoto. Dopo Moulin Rouge!, Apocalypto e Il Divo, pure Elvis non ce l’ha fatta, con The Whale in trionfo.
Secondo Oscar per i migliori costumi a Ruth E. Carter, che aveva già vinto una statuetta per i costumi di Black Panther e ha ora inaspettatamente bissato con Black Panther 2 battendo Elvis. Chi ha emozionato e sorpreso è stata Lady Gaga, comparsa sul palco struccata, con t-shirt nera e jeans strappati per cantare live Hold my Hand, brano portante di Top Gun 2, con Rihanna che ha cantato dal vivo Lift me Up da Black Panther 2. Ma entrambe sono state sconfitte da RRR con il brano Naatu Naatu.
A bocca asciuta, abbastanza vergognosamente, Elvis (8 nomination), The Fabelmans (7 nomination) e Gli spiriti dell’isola (9 nomination), con il tedesco Niente di nuovo sul fronte occidentale tornato a casa con ben 4 Oscar per la gioia di Netflix.
Sul finale emozionante momento con il segmento In Memoriam dedicato alle personalità del cinema scomparse negli ultimi 12 mesi, presentato da un commosso John Travolta e con Lenny Kravitz ad accompagnare la carrellata di volti attraverso la propria voce. Tra i tanti omaggi, doveroso il ricordo alla nostra Gina Lollobrigida.
VINCITORI
Miglior film
Everything Everywhere All At Once
Migliore regia
Daniel Kwan, Daniel Scheinert – Everything Everywhere All At Once
Migliore attore protagonista
Brendan Fraser – The Whale
Migliore attrice protagonista
Michelle Yeoh – Everything Everywhere All At Once
Migliore attore non protagonista
Ke Huy Quan – Everything Everywhere All At Once
Migliore attrice non protagonista
Jamie Lee Curtis – Everything Everywhere All At Once
Migliore sceneggiatura originale
Everything Everywhere All At Once
Migliore sceneggiatura non originale
Women Talking
Miglior film internazionale
Niente di nuovo sul fronte occidentale
Miglior film d’animazione
Pinocchio di Guillermo del Toro e Mark Gustafson
Migliore fotografia
Niente di nuovo sul fronte occidentale
Migliore scenografia
Niente di nuovo sul fronte occidentale
Miglior montaggio
Everything Everywhere All At Once
Migliore colonna sonora
Niente di nuovo sul fronte occidentale
Migliore canzone
RRR
Migliori effetti visivi
Avatar: la via dell’acqua
Miglior sonoro
Top Gun: Maverick
Migliori costumi
Black Panther – Wakanda Forever
Miglior trucco e acconciatura
The Whale
Miglior documentario
Navalny
Miglior cortometraggio documentario
The Elephant Whisperers
Miglior cortometraggio
An Irish Goodbye
Miglior cortometraggio d’animazione
The Boy, The Mole, The Fox and the Horse
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