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Joe Biden si oppone alle nuove leggi che limitano il percorso di transizione in diversi Stati americani

“Pericoloso e moralmente sbagliato impedire il percorso di transizione a bambini e adolescenti”.

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Joe Biden ha dichiarato – in un’intervista con la tiktoker transgender Dylan Mulvaney – che ciascun singolo stato non dovrebbe avere la possibilità di emanare leggi ad hoc in materia di assistenza sanitaria in relazione al percorso di transizione.

Il presidente degli Stati Uniti ha aspramente criticato gli stati a maggioranza Repubblicana che recentemente hanno apposto limitazioni o che addirittura intendono criminalizzare le procedure di transizione e le cure ormonali per bambini e adolescenti che si identificano con un genere diverso da quello assegnato alla nascita.

Penso che nessuno stato dovrebbe poter regolare autonomamente una tematica così delicata. Come questione legale e morale penso sia intrinsecamente sbagliato” ha spiegato Biden. “Limitare l’accesso a determinate medicine o procedure è pericoloso”.

Gli Stati Americani in questione sono l’Alabama, l’Arkansas il Texas e l’Arizona, che a inizio anno hanno revisionato le politiche sulla transizione di genere andando a limitare l’assistenza per i minori, andando peraltro ad applicare sanzioni salatissime per genitori e tutori che incoraggiano il percorso di transizione.

Marjorie Taylor Greene, deputata repubblicana da sempre contraria all’affermazione dei diritti delle persone transgender, è stata la prima a rispondere alle affermazioni di Biden.

Joe Biden pensa sia sbagliato fermare l’avida industria che è il sistema sanitario, permettendo a dei macellai di effettuare mastectomie su ragazzine di 15 anni e di castrare ragazzini troppo giovani per capire cosa stanno facendo”.

Proprio quest’estate, 15 stati – tra cui quelli citati in precedenza – hanno introdotto almeno una ventina di nuovi emendamenti che andranno a imporre restrizioni sul percorso di affermazione di genere – secondo l’agenzia di monitoraggio “Freedom for All Americans”.

Tra i punti salienti troviamo la criminalizzazione dei professionisti sanitari che avviano un percorso per un minore, la penalizzazione dei genitori che incoraggiano i propri figli ad effettuare una transizione nonché limitazioni sulla copertura assicurativa sanitaria per le procedure e i trattamenti di affermazione di genere.

In alcuni casi, addirittura, si parla di abuso di minore e vengono coinvolti i servizi sociali.

La retorica adottata dagli stati repubblicani è quella secondo la quale è necessario “difendere i bambini e gli adolescenti dalla propaganda LGBTQIA+”, prendendo come esempio tutti i ragazzini e le ragazzine dichiaratisi “pentiti” del percorso di transizione.

La Vanderbilt University Medical Center, proprio quest’anno, ha sospeso gli interventi chirurgici di riassegnazione del sesso biologico dopo uno scandalo – avviato da alcuni deputati Repubblicani – secondo il quale diversi bambini sarebbero strati castrati chimicamente senza un percorso adeguato unicamente per guadagno.

Il centro ha confermato lo stop a tutte gli interventi su minori fino allo svolgimento del conseguente processo dopo un’inchiesta avviata dalle autorità del Tennessee.

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