Arriverà su Netflix il prossimo 17 novembre Rustin di George C. Wolfe, presentato nei giorni scorsi al Telluride Film Festival e da subito travolto da critiche entusiastiche. Il film racconterà la vita di Bayard Rustin, organizzatore della cruciale marcia a Washington del 1963 nonché tra i più grandi attivisti al mondo che ha sfidato l’autorità senza mai vergognarsi di chi fosse, delle sue convinzioni o dei suoi desideri. E non si è mai arreso. Rustin fatto la storia e in cambio la storia si è dimenticata di lui.
Il film racconterà “la storia del carismatico, dichiaratamente gay, attivista per i diritti civili, che superò una miriade di ostacoli e modificò il corso della storia americana organizzando la marcia del 1963 su Washington“. La famigerata Marcia su Washington è quella per il lavoro e la libertà che il 28 agosto 1963 segnò la svolta del movimento per i diritti civili, e a cui parteciparono tra le 200.000 e le 300.000 persone. Proprio in occasione della marcia, Martin Luther King pronunciò il famoso discorso I have a Dream.
10 anni prima, nel 1953, Rustin venne arrestato per omosessualità, all’epoca reato in numerosi stati degli Stati Uniti. Rustin non nascose mai il suo essere gay, realtà utilizzata dai suoi detrattori per tenerlo dietro le quinte del movimento nonviolento senza mai diventarne portavoce.
Negli abiti del protagonista Colman Domingo, 53enne Ali in Euphoria, al fianco di Zendaya, dopo aver girato decine di film in 25 anni, passando da Spike Lee a Steven Spielberg, da Clint Eastwood a Lee Daniels e Ava DuVernay, da Barry Jenkins al nostro Stefano Sollima. Gay dichiarato e felicemente sposato con il 40enne Raúl, Domingo potrebbe diventare il primo attore dichiaratamente omosessuale a vincere l’Oscar. I recensori che hanno visto il film in anteprima mondiale al Telluride hanno lodato la sua prova d’attore, la migliore della sua intera carriera. Tutti, ma proprio tutti, hanno definito Domingo il “frontman” per gli Oscar del 2024.
“Un ritratto schietto ma emozionante del sottovalutato attivista per i diritti civili Bayard Rustin“, ha scritto il Los Angeles Times.
“È lungi dall’essere un film perfetto, ma si spera che possa aprire la strada a ulteriore gratitudine verso un eroe americano senza pari“, ha aggiunto The Wrap.
“Colman Domingo interpreta il ruolo del protagonista come una forza della natura in Rustin, un esilarante dramma biografico sul leader dei diritti civili altamente significativo ma non molto conosciuto Bayard Rustin“, ha sottolineato Deadline Hollywood Daily.
“Un atteso canto di lode“, ha scritto l’Hollywood Reporter.
“La grazia salvifica del film, come ci si aspetterebbe, è Colman Domingo. Trasmette il carisma naturale intrinseco di Ruskin in modo così perfetto“, ha sentenziato The Playlist.
“Rustin fa rivivere la storia con uno spettacolare Colman Domingo“, ha aggiunto Awards Radar.
“La performance di Colman Domingo è a dir poco una rivelazione, permettendogli finalmente di crogiolarsi sotto le luci della ribalta. Il suo carisma e il suo fascino sono infusi nella sua performance“, ha concluso Awards Daily.
Colman Domingo potrebbe quindi bissare quanto già avvenuto con Milk, quando Sean Penn vinse l’Oscar come miglior attore. A legare i due biopic Dustin Lance Black, marito di Tom Daley nonché sceneggiatore di entrambe le pellicole. Black vinse la statuetta per lo script di Milk, diretto da Gus Van Sant.
Il film, prodotto dal premio Oscar® Bruce Cohen insieme a Tonia Davis di Higher Ground e George C. Wolfe, vanta un cast straordinario che include poi Chris Rock, Glynn Turman, Aml Ameen, Gus Halper, CCH Pounder, Da’Vine Joy Randolph, Johnny Ramey e Michael Potts, oltre a Jeffrey Wright e Audra McDonald.
L’ultimo attore dichiaratamente gay ad aver conquistato una nomination agli Oscar come protagonista è stato Ian McKellen, nel lontano 1999, grazie a Demoni e Dei, quando a vincere la statuetta fu il nostro Roberto Benigni per La Vita è Bella. McKellen venne candidato anche nel 2002, ma come non protagonista, per Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello.