Prima che, nel 2015, la Corte Suprema degli Stati Uniti legalizzasse i matrimoni omosessuali in America.
Prima che, nel 1970, James McConnell e Richard Baker presentassero domanda per sposarsi ufficialmente in Minnesota, aprendo una battaglia legale per il riconoscimento dei matrimoni omosessuali che sarebbe durata decenni.
Prima ancora che le rivolte di Stonewall del 1969 dessero inizio al movimento di liberazione omosessuale a New York, e in tutto il mondo.
Il primo matrimonio omosessuale del Novecento avvenne prima di tutto questo. E fu l’artista giapponese Yayoi Kusama a celebrarlo. La “Sacerdotessa dei Pois” celebrò il matrimonio nella sua “Chiesa dell’Auto-distruzione”, in un appartamento in affitto a Lower Manhattan, a New York.
Yayoi Kusama nasce nel 1929 a Matsumoto, una cittadina nel cuore delle alpi giapponesi. Cresciuta tra i campi dei vivai gestiti da suo padre – nonché affetta da disordini ossessivo-compulsivi – Kusama coltiva la passione per l’arte come forma terapeutica. Appena le è possibile, si mette a dipingere, nonostante sua madre disapprovi e glielo impedisca.
Nel 1957, all’età di 27 anni, Kusama riesce a trasferirsi a New York City, per dare spazio alla sua natura artistica. “Guardando giù dal più grande grattacielo del mondo, ho sentito che mi trovavo alla soglia di tutte le ambizioni mondane, dove veramente tutto è possibile”, racconta Kusama nella sua autobiografia.
Kusama vive New York nel pieno della rivoluzione hippie americana. Cartoline della leva bruciate per contestare la guerra in Vietnam. Le rivolte dei giovani contro la cultura della meccanizzazione e della computerizzazione. La voglia di portare allo scoperto quelle che, fino ad allora, erano considerate attività sessuali ‘anormali’, come omosessualità, lesbismo, sadismo, masochimo. È questo il clima che si respira nella New York del ’68.
Ma Kusama non si limita a vivere quel clima. Lo influenza direttamente. “I beatnik, gli hippy, i gay e le lesbiche e il risveglio dell’amore libero non erano scollegati con la mia arte, e i miei audaci happenings ricevettero un sostegno enorme dai giovani”, racconta Kusama. “La loro richiesta di un ritorno dell’umanità aveva molto in comune con i temi del mio lavoro”.
Dei suoi happenings (ovvero le opere d’arte viventi, realizzate dai movimenti e dalle azioni dell’artista o degli altri partecipanti e spettatori all’evento) se ne parla in tutta la città.
Nel febbraio del 1968, viene arrestata dalla polizia per averne organizzato uno di fronte ad una chiesa nel quartiere di Wall Street. L’evento s’intitolava “The Body Paint Festival” e consisteva in danzatori nudi che dipingevano pois sui loro corpi inneggiando alla fine della guerra.
Nell’estate dello stesso anno, organizza eventi simili di fronte alla Statua della Libertà (“il vero simbolo di libertà è la nudità”), a Central Park vicino alla statua di Alice nel Paese delle Meraviglie (“come Alice – che è passata attraverso lo specchio – anch’io, Kusama, ho aperto le porte ad un mondo di fantasia e libertà”) e ancora davanti allo Borsa di Wall Street (“La Borsa è una frode! La Borsa non significa niente per i lavoratori. Le azioni sono un sacco di stronzate capitaliste.”).
Scrive anche una lettera all’allora presidente Richard Nixon offrendosi di fare sesso con lui in cambio della fine della guerra in Vietnam (“non puoi fermare la violenza usando la violenza”).
Ma è lunedì 25 novembre del 1968, alle ore 20, che Kusama mette in scena quello che dichiara essere “il primo matrimonio omosessuale mai realizzato negli Stati Uniti”.
Kusama disegna i costumi per l’occasione e rilascia un comunicato stampa dell’evento che recita: “Sia lo sposo che la sposa indosseranno un fantastico abito da sposa ‘da orgia’, progettato per due invece che per uno. I vestiti dovrebbero unire le persone, non separarle.”
E per spiegare le ragioni che l’hanno spinta a celebrarlo dice: “Lo scopo di questo matrimonio è di portare allo scoperto ciò che è stato finora nascosto. L’amore ora può essere libero, ma per renderlo completamente libero, deve essere liberato da tutte le frustrazioni sessuali imposte dalla società. L’omosessualità è una normale reazione fisica e psicologica, che non va né esaltata né decantata. È la reazione anormale di molte persone nei confronti dell’omosessualità che rende l’omosessualità anormale”.
Oggi Kusama ha 92 anni ed è l’artista donna vivente più quotata al mondo.
Se – come si dice di recente – “la prima volta fu rivolta”, fu anche una rivolta artistica, all’avanguardia, dove la libertà sessuale e arte si incontravano per dare voce alle nuove generazioni che chiedevano cambiamenti radicali della società.
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