Pro Vita & Famiglia è tornata in piazza, davanti al Viminale, a Roma, per protestare contro la ministra Luciana Lamorgese, a loro dire colpevole di aver “cancellato dalla carta di identità dei minori di 14 anni la dicitura “padre/madre” sostituendola di nuovo con genitore uno e genitore due“. Peccato che non sia così.
Per quanto la propaganda cattoestremista e sovranista della destra nazionale continui a sostenere altro, il governo ha annunciato di voler ripristinare la dicitura “genitore o chi ne fa le veci” sulle carte d’identità dei minori, come imposto da una norma del 2015, violata nel 2019 da Matteo Salvini. Lo stesso Garante della Privacy aveva più volte chiesto un intervento riparatore, perché quella dicitura “padre/madre” imposta dal leader leghista era chiaramente discriminatoria. La dicitura “Genitore 1 e Genitore 2“, poi, non è mai esistita. È una terribile leggenda metropolitana che la stessa stampa nazionale ha purtroppo contribuito ad alimentare.
“La forma non cambia la sostanza, perché ogni bambino nasce da una mamma e da un papà e non sarà una nuova nomenclatura a cambiare la realtà“, ha tuonato in piazza Jacopo Coghe, presidente di Pro Vita e Famiglia onlus. “È un atto molto grave perché oramai abbiamo imparato, in questi ultimi dieci anni, che a suon di “ce lo chiede l’Europa” è stata smantellata la nostra cultura, la nostra identità, le nostre radici per obbedire ai più ciechi e ideologicamente insensati ordini dell’Unione Europea“. “Attaccare la famiglia, cardine della società, può solo distruggere ancora di più questo Paese e la sua crescita sana, soprattutto ora che con l’emergenza Covid madri e padri stanno affrontando quasi da soli il dramma di arrivare a fine mese e di garantire un futuro sereno ai figli. La famiglia è fondamentale ed è l’unico l’ambiente naturale per lo sviluppo e il benessere di tutta la società“.
Quando codesti signori capiranno che famiglia è dove c’è amore, sarà sempre troppo tardi.
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