Nell’era dei social, le arringhe difensive non si fanno più nei tribunali, ma su TikTok. Ed è il metodo che ha scelto di utilizzare il figlio di un boss della camorra, accusato mercoledì scorso di aggressione ai danni di una ragazza transgender.
Paolo – nome di fantasia – ha pubblicato proprio ieri un video in cui ammette la violenza. Avrebbe dato un calcio alla ragazza per costringerla a scendere dalla sua automobile, prima di lasciarla a piedi – lontana da casa e ferita.
Una confessione bella e buona, che però non ha avuto l’effetto che ci aspettiamo sul pubblico. Molti commenti infatti si schierano dalla parte di Paolo – che per le persone per bene non dovrebbe essere altro che un criminale transfobico.
La sezione Fasce Deboli della Procura di Napoli ha già aperto un fascicolo sulla vicenda, mentre vittima e carnefice rimangono anonimi, più che altro per tutelare gli interessi della persona offesa.
Eppure, invece di chiedere scusa, Paolo ha scelto l’arroganza: in una diretta durata quasi due ore, il figlio del boss ha ricostruito la vicenda dal suo punto di vista – ascoltato con attenzione dalle quasi cinquemila persone connesse.
Nella notte tra il 13 e il 14 gennaio, Paolo e la vittima si erano conosciuti tramite amici in comune, e poi appartati per scambiarsi effusioni. Qui, il criminale avrebbe scoperto che la ragazza di cui si era infatuato era transgender, rimanendone stupito e poi arrabbiandosi con lei, come se la sua identità fosse una colpa.
Da qui, la violenza ingiustificata del ragazzo, che l’avrebbe dapprima insultata e le avrebbe intimato di allontanarsi. Al rifiuto della vittima, semplicemente spostatasi sull’altro lato dell’automobile, sarebbe poi partito il calcio per allontanarla.
Da qui, la corsa disperata della vittima nelle prime ore del 14 gennaio: avrebbe suonato diversi citofoni per chiedere aiuto. Qualcuno le presta soccorso, e la ragazza racconta di essere stata picchiata e poi abbandonata in mezzo alla strada.
Dopo pochi minuti, l’arrivo della polizia e dell’ambulanza. La vittima viene portata in ospedale, e vengono riscontrate contusioni alla mammella sinistra e alla rachide lombo sacrale. La prognosi è di 15 giorni. Un po’ troppo per un semplice calcio?
Eppure, TikTok sceglie di credere al ragazzo: parole di incoraggiamento, commenti sdegnati nei confronti della vittima, mentre Paolo dà la sua versione distorta dell’accaduto. Sui social è facile traviare i fatti, e nessuno si domanda se non ci sia qualcosa da aggiungere alla storia raccontata da Paolo.
E tuttavia non c’è da stupirsi, guardando il pubblico che lo segue su TikTok: commenti omofobi, transfobici, luoghi comuni si sprecano. E il ragazzo – inizialmente intenzionato a smentire il suo coinvolgimento – finisce per confessare e farsi bello davanti alla platea che lo ascolta.
Nel video, il ragazzo prende in giro la vittima, mostrando anche la sua foto e rivelando il suo nome, dicendo di essere stato sedotto e provocato.
“Io solo un calcio le ho dato” spiega ridacchiando. “Questa mi ha ucciso mentalmente. E che dovevo fare, portarla pure a casa?”.
Ammette qualsiasi cosa, il piccolo boss, ma smentisce l’ipotesi di un’eventuale relazione sentimentale con la ragazza. Giammai, lui è uno di “sani principi”. Per lui stare con una persona transgender è equiparabile ad essere un pentito.
Due cose che secondo la mentalità omertosa di questa fascia di popolazione – tra cui troviamo purtroppo anche giovanissimi – sono gravissime. La violenza, invece, è qualcosa di cui andare fieri?
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