TW: Transfobia
Foto: Alessio Mamo/The Guardian
In Russia ci sono sempre più persone transgender.
Solo nel 2022 si segnala un ‘boom’ di persone che chiedono all’anagrafe di cambiare il proprio genere sui documenti, e nel giro di un anno inizia il percorso di affermazione di genere (se lo desidera, perché come ricordiamo non tutte le persone transgender vivono l’esperienza allo stesso modo, e ci sono mille varianti in base al soggetto e le sue richieste).
Nello specifico, sono arrivati fino a 600 richieste nel 2018, e oltre 2.700 nel 2022, con una notevole impennata in seguito allo scoppio dello scontro Russia-Ucraina.
Una “congiunzione di eventi” sufficiente per urlare al complotto.
Se per JK Rowling e tutta la cricca di terf oltreoceano vogliono accedere e abusare degli spogliatoi femminili, per Konstantin Anatol’evič Čujčenko, attuale Ministro della Giustizia dal 2020, si tratterebbe proprio di una strategia adottata per non doversi arruolare nell’esercito e partecipare allo scontro con l’Ucraina. Čujčenko,c come da copione, non ha badato a spese e già ha presentato un decreto che limita il percorso di affermazione di genere (solo l’ennesimo colpo basso al diritto di autodeterminazione delle persone trans*).
La decisione finale starà alla Duma della Russia, che valuterà se inasprire il percorso di transizione, e tra le altre cose, se rendere obbligatorio anche il trattamento chirurgico con terapia ormonale. Se nel frattempo ci si può sempre recare in una clinica privata (al costo di 700 euro), la Duma è dalla parte di Cujčenko, ritenendo che “sono sempre più numerosi i casi di uomini che evitano in questo modo di farsi inviare in prima linea“.
All’alba del contrattacco ucraino, il sistema russo continua a sindacare sui corpi delle persone trans, con una costante strumentalizzazione che continua a relegarle ai margini e ne limita la possibilità di scelta.
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