Da oggi l’omosessualità in Russia è considerata un disturbo psicologico, una malattia mentale, e la transizione di genere è vietata per legge.
Quella di considerare le persone LGBTQIA+ persone mentalmente disturbate è stata una decisione presa personalmente da Vladimir Putin, che ha ordinato la creazione di un istituto di ricerca dedicato allo studio di “queste e altre questioni comportamentali”, come ha rivelato Mikhail Murashko, Ministro della Sanità, durante una sessione alla Duma. La legge per vietare la transizione di genere è stata approvata all’unanimità.
L’istituto di ricerca sul “comportamento sociale” delle persone omosessuali sarà un’estensione del Centro di Psichiatria e Marcologia Serbsky, noto negli anni ’60-’80 per i suoi psichiatri che torturavano e dichiaravano malati di mente i dissidenti sovietici, e che risponde direttamente al Cremlino.
Dopo la censura di stato, con cui Putin e la Duma hanno vietato di parlare apertamente di argomenti LGBTQIA+, arriva ora l’atto finale, che definisce le persone LGBTQIA+ a persone mentalmente malate. Fino ad oggi era vietato anche soltanto dire la parola “gay”, persino gli stranieri rischiavano fino a 15 anni di prigione. Lo scorso Dicembre Putin aveva firmato un decreto con cui sono stati censurati tutti i siti online con contenuti LGBTQIA+.
Da oggi, anche chi voglia vivere la propria condizione di persona LGBTQIA+ in modo non ufficiale, rischierà seriamente di essere considerato malato dallo stato russo e sottoposto ai conseguenti trattamenti sanitari. Non solo. A quanto si apprende ad oggi, l’istituto di ricerca del ministero della salute russo studierà le persone al fine di sviluppare metodi psichiatrici per rilevare la condizione LGBTQIA+ delle persone.
Gay.it: le notizie dalla Russia – dall’Ucraina – Vladimir Putin
La rivelazione sull’istituto per lo studio del comportamento delle persone LGBTQIA+ è stata fatta dal ministro reazionario Anatoly Vasserman, durante un question time sulla legge che vieta la transizione di genere. La legge per vietare la transizione di genere è stata approvata all’unanimità. Il vicepresidente della Duma, Pyotr Tolstoy, come riportato da La Stampa, ha espresso la sua preoccupazione che i cittadini russi potrebbero effettuare transizioni di genere per evitare la leva militare (in Ucraina invece le persone transgender sono ben accette nell’esercito). Tolstoy ha anche ironizzato pesantemente sul parere “emotivo” del ministero della Sanità riguardo alla legge anti-transgender, dopo che Murashko si è espresso contro il divieto totale della transizione, che potrebbe portare ad un aumento dei suicidi tra le persone che si sentono intrappolate nel proprio corpo. “Ma guarda questi poveretti“, ha commentato il nipote del celebre scrittore russo, mentre il presidente della Duma, Vyacheslav Volodin, ha ufficialmente richiesto al ministero della Sanità di “astenersi dal proporre emendamenti” e di concentrarsi invece su come “vietare tutta questa immoralità“.
La svolta di Putin sulla comunità LGBTQIA+ è tutta di natura ideologica in chiave anti-Occidentale. Il capo del Cremlino, ingoiato da una guerra logorante che egli stesso ha avviato con la sanguinosa invasione dell’Ucraina, ha da sempre sbandierato l’odio omobitransfobico come colonna della resistenza russa alla “decadenza” occidentale.
Il risultato di una propaganda anti-gay che va avanti da anni ha man mano indotto la popolazione russa ad essere sempre più restia nel manifestare simpatia verso l’arcobaleno LGBTQIA+. Così, ormai da qualche tempo, in tutta la Russia non è praticamente mai visibile un messaggio di sostegno alla popolazione queer russa. Praticamente tutte le imprese e i negozi hanno rimosso qualsiasi simbolo di vicinanza alla causa LGBTQIA+. L’identità russa si sta forgiando intorno a un machismo che vieta qualsiasi sfumatura di diversità dall’eterosessualità ortodossa e dal genere cisgender solo ed unicamente binario.
Intanto, mentre l’Ucraina ha approvato una legge anti-omobitransfobia sui media e si appresta ad approvare una legge sulle unioni civili, proprio ieri Putin ha definito il presidente ucraino Zelensky la “vergogna degli ebrei”.
Tra pochi giorni a Kiev, in Ucraina si svolgerà il primo festival di cinema LGBTQIA+. (gf)
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