L’Accademia della Crusca, istituzione che si occupa della tutela e della promozione della lingua italiana, ha recentemente emesso un comunicato in cui bandisce l’uso dello schwa (ə) e dell’asterisco nella stesura di documenti ufficiali, pur lasciando aperta la strada a futuri possibili cambiamenti radicali della lingua.
L’utilizzo di questi segni, infatti, sarebbe stato ritenuto poco rispettoso nei confronti della lingua italiana, che ne uscirebbe “compromessa” nella chiarezza e nell’efficacia del messaggio.
Lorenza Bernardi, scrittrice di libri per ragazzi, ha commentato la decisione della Crusca a “Mattino Cinque News”, sottolineando l’importanza del linguaggio e della scelta delle parole nella determinazione dell’esistenza di una persona o di una cosa. Il nome, infatti, conferisce dignità e riconoscimento all’oggetto o alla persona che rappresenta.
“L’importanza del linguaggio fin dall’antichità è quello di decretare l’esistenza di una persona o di una cosa. Dare il nome a qualcosa significa dargli la dignità di un’esistenza“.
Bernardi è autrice di Ragazz*, un peculiare romanzo con protagonist*, appunto, sei ragazz* che da un giorno all’altro si ritrovano coinvolti in un improbabile scambio di identità, grazie al quale avranno la possibilità di sperimentare cosa vuol dire veramente appartenere all’altro sesso.
Al centro della discussione, la scelta di Bernardi di utilizzare l’asterisco nel titolo dell’opera, come segno grafico onnicomprensivo, che include tutti i generi senza distinzioni.
Durante il dibattito, l’autrice ha sottolineato che la sensibilità e l’attenzione alla questione della parità di genere sono molto più diffuse tra i giovani, e che la decisione della Crusca è circoscritta a contesti più istituzionali.
“C’è da dire – ha spiegato Bernardi – che i giovani sono molto più attenti e sensibili a questi argomenti rispetto a quello che potrebbe essere appunto una normativa. Sono assolutamente d’accordo su quanto risposto dall’Accademia della Crusca, allo stesso tempo però ci tengo a sottolineare che quello che succede quotidianamente è ben diverso dalle aule di tribunale. Ricordiamoci che oggi nelle scuole c’è la possibilità della carriera alias“
L’uso dell’asterisco e dello schwa (ə) nella scrittura italiana è stato oggetto di un acceso dibattito negli ultimi anni, in particolare per quanto riguarda la questione della parità di genere.
Molti autori e autrici hanno infatti utilizzato questi segni per indicare un’apertura nei confronti di tutti i generi, mentre altri hanno criticato l’utilizzo di queste forme come poco rispettoso nei confronti della lingua italiana e potenzialmente confusionario per i lettori.
Se l’Accademia della Crusca, con la sua decisione, si è schierata contro l’utilizzo di questi segni, il dibattito sul linguaggio inclusivo è ancora acceso e fonte di e riflessioni tra linguisti, scrittori e lettori.
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