Martedì, il governatore della Carolina del Sud, Henry McMaster, ha sancito la legge che vieta le terapie di affermazione di genere per l* minori transgender.
Con la ratifica della normativa, la Carolina del Sud si posiziona quindi come il venticinquesimo stato USA su cinquanta ad adottare restrizioni o divieti sull’assistenza di genere per i minori.
Il governatore McMaster ha condiviso la notizia attraverso i propri canali social, annunciando inoltre l’intenzione di organizzare una cerimonia ufficiale per la firma del disegno di legge nella settimana successiva.
I signed the Help Not Harm bill into law, which protects our state’s children from irreversible gender transition procedures and bans public funds from being used for them. I look forward to joining legislators and supporters at a ceremonial bill signing in the Upstate next week. pic.twitter.com/7RTDYGGGDU
— Gov. Henry McMaster (@henrymcmaster) May 21, 2024
La nuova normativa – già in vigore con effetto immediato – impedirà ai professionisti sanitari di realizzare interventi chirurgici di cambio di genere, di prescrivere farmaci bloccanti la pubertà e di gestire trattamenti ormonali per l* pazienti sotto i 18 anni.
Inoltre, i dirigenti scolastici o i loro vice saranno obbligati a comunicare ai genitori o ai tutori legali ogni caso in cui un minore desideri essere chiamato con un nome diverso da quello ufficiale o usare pronomi che non coincidano con il sesso assegnato alla nascita.
Durante la revisione al Senato, il disegno di legge è stato però modificato per permettere ai consulenti di salute mentale di discutere i trattamenti vietatie, se necessario, indicare luoghi dove sono permessi.
Inoltre, la legge consentirà ancora ai professionisti sanitari di prescrivere bloccanti della pubertà per trattare condizioni specifiche, come la pubertà precoce.
Le organizzazioni a favore dei diritti LGBTQ+ stanno intanto già valutando l’opzione di intentare una causa contro lo Stato, e, nel contempo si stanno organizzando per assistere le famiglie nella ricerca di supporto e aiuti necessari al di fuori della Carolina del Sud e della maggior parte degli stati del Sud-Est, dove sono in vigore divieti analoghi.
“L’assistenza sanitaria è un diritto umano, e mi spezza il cuore vedere i legislatori negare ai giovani transgender della Carolina del Sud trattamenti medici che non solo affermano la loro identità, ma sono spesso essenziali per la loro sopravvivenza. Nessuno dovrebbe essere costretto a lasciare il proprio stato per ricevere le cure necessarie e meritate“, ha dichiarato Raymond Velazquez, direttore esecutivo dell’Uplift Outreach Center, organizzazione che si occupa di prevenire i suicidi nella popolazione LGBTQIA+ giovane.
Durante l’iter legislativo, medici e genitori hanno testimoniato davanti alle commissioni della Camera e del Senato che in Carolina del Sud non vengono, in nessun caso, effettuati interventi chirurgici di transizione di genere sui minori di 18 anni e che i trattamenti ormonali vengono comunque avviati solo dopo approfondite consultazioni con i professionisti sanitari.
Hanno sottolineato inoltre che le terapie affermative rappresentano vere e proprie ancore di salvezza per i giovani transgender: un’ingente mole di studi e ricerche nazionali ed internazionali indicano infatti che i giovani e gli adulti LGBTQIA+ sono più esposti a stress, depressione e comportamenti suicidari quando sono costretti a vivere un’identità di genere non conforme a quella percepita.
I fautori del disegno di legge hanno invece portato all’attenzione prove non pubblicate – e quindi non fruibili e non citabili – che suggerirebbero un aumento dell’autolesionismo tra chi utilizza bloccanti della pubertà, evidenziando anche possibili effetti irreversibili.
Dall’altro lato, le organizzazioni a supporto delle persone transgender hanno dichiarato di essere determinate a proseguire il loro lavoro, nonostante l’ennesimo tentativo da parte della frangia repubblicana di sbarazzarsi della comunità trans*.
“A tutti i giovani della Carolina del Sud e ai loro genitori che si sentono terrorizzati dal futuro dopo questa notizia – ha affermato Cristina Picozzi, direttrice esecutiva del Harriet Hancock Center, organizzazione no-profit per la tutela dei diritti LGBTQ+ – voglio dirvi: nessuna legge può cambiare il fatto che meritate dignità, uguaglianza, gioia e rispetto“.
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