Pochi giorni fa sette giocatori dei Manly-Warringah Sea Eagles, squadra di rugby australiana, sono finiti al centro di una polemica per essersi rifiutati di indossare la maglia da gioco del club con i colori rainbow in onore del Pride, giustificando la loro decisione su basi religiose. La bandiera arcobaleno sarebbe andata contro il loro credo.
La polemica ha spinto un altro giocatore di rugby australiano, Toby Rudolf, a parlare in un’intervista con il Sidney Morning Herald della propria sessualità e delle proprie preferenze. Membro dei Cronulla-Sutherland Sharks, Rudolf ha rivelato come la sua sessualità sia fluida e che generalmente non fa distinzione tra i sessi quando si tratta di flirt.
«La sessualità è molto fluida. Ho baciato uomini gay, donne etero e donne gay. Non sono un negozio one-stop»
Nonostante si identifichi come uomo eterosessuale, quindi, le sue vedute sono in realtà molto ampie, specificando come sia aperto a entrambi i generi ma sia attratto comunque solo da uno, quello femminile. Complice anche, dice, l’essere stato cresciuto all’interno della comunità LGBTQ+. Suo zio e la sua madrina, infatti, sono entrambi persone queer. Il suo rapporto con la comunità continua anche oggi, innanzitutto a livello personale.
Rudolf ha raccontato di come ami particolarmente frequentare i locali gay di Sydney: «Adoro ballare senza maglietta e scatenarsi alla Universal in Oxford Street fino alle 2 di notte». Oxford Street viene considerato il quartiere LGBT della città australiana, dove sono concentrati la maggior parte dei locali frequentati principalmente dalle persone queer e dove la vita notturna è tra le più attive e vitali.
Anche a livello professionale, però, Toby Rudolf si è impegnato per portare visibilità alla comunità LGBTQ+ nel mondo del rugby. Recentemente ha infatti appoggiato la proposta di Peter V’landys, il Presidente dell’Australian Rugby League Commission, di realizzare il prossimo anno un “Pride round”, cioè un round del campionato dedicato all’orgoglio LGBTQ+. La proposta è arrivata dopo che diversi giocatori nel mondo dello sport hanno deciso di fare coming out e, in alcuni casi, hanno incontrato le lamentele dei tifosi più conservatori.
Se il football americano ha visto un aumento esponenziale di giocatori che hanno fatto coming out, il rugby è ancora considerato un ambiente dove regna la mascolinità ed è sempre più difficile esprimere sé stessi per chi ne fa parte.
Riguardo alla polemica con i giocatori Manly-Warringah Sea Eagles, Rudolf ha risposto di non essersi fatto coinvolgere dalla faccenda ma che la sua speranza è quella di far diventare anche il rugby un mondo inclusivo e aperto a tutti. «Ho avuto difficoltà ad essere accettato come migrante in Australia e il rugby invece mi ha accettato subito», ha raccontato.
«Era inclusivo allora ed è inclusivo adesso. È importante che ogni ragazzo e ragazza e uomo e donna possano andare alle partire e sentire che possono essere trattati come tutti gli altri»
Sulla stessa linea, il calciatore australiano e apertamente gay Josh Cavallo si è espresso sulla faccenda: «Non solo è deludente, ma è un messaggio pericoloso da inviare agli altri giocatori che vivono in silenzio e sono alle prese con la loro identità nella vita di tutti i giorni».
Toby Rudolf che parla della sua sessualità fluida in modo così aperto e senza problemi è qualcosa che dovrebbe essere normale ma di cui si parla come di un grande avvenimento. Il mondo dello sport, vista anche la tifoseria composta per la maggior parte da uomini etero con vedute piuttosto conservatrici, non è ancora abituato a questo slancio espressivo che vorremmo vedere tuttə liberə di fare.
«Non date per scontato che siamo tutti etero. La mancanza di giocatori di rugby apertamente “out” non significa che non stiano giocando e gareggiando al vostro fianco»
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