La sollevatrice di pesi Laurel Hubbard parteciperà alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Lo ha deciso il Comitato Olimpico Internazionale (CIO), respingendo così la richiesta di squalifica per l’atleta transgender della Nuova Zelanda, che ad agosto gareggerà quindi nella categoria dei pesi massimi femminili.
La partecipazione di Laurel Hubbard alle Olimpiadi aveva scatenato una polemica, e la stessa ragazza era stata ricoperta da insulti transfobici. In passato, molti atleti avevano fatto ricorso di fronte alla sua partecipazione in altre competizioni. Ma con la decisione del CIO, Laurel sarà la prima atleta apertamente transgender a gareggiare alle Olimpiadi.
Rispetto delle regole e supporto a Laurel Hubbard
È lo stesso presidente del CIO Thomas Bach a non voler discriminare l’atleta transgender, la quale è stata ammessa alle competizioni nel rispetto delle regole.
A Reuters, il presidente ha spiegato:
Le regole sono state stabilite dalla Federazione internazionale di sollevamento pesi prima dell’inizio delle qualifiche. Queste stesse regole si applicano e non si possono cambiare durante le competizioni.
Allo stesso tempo, il CIO è in una fase di indagine con tutte le diverse parti interessate, per rivedere queste regole e infine elaborare alcune linee guida che però non si possono definire esattamente delle nuove regole, perché non esiste una soluzione valida per tutti. Differisce da sport a sport.
Timori per l’attenzione mediatica
La direttrice della comunicazione del Comitato Olimpico neozelandese, Ashley Abbott, ha dichiarato a AFP che al momento stanno “preparando” Laurel Hubbard all’impatto mediatico che la sua presenza scatenerà a Tokyo 2020.
Stiamo lavorando a stretto contatto con Laurel, come facciamo con qualsiasi atleta, ma soprattutto per l’enorme attenzione mediatica che nascerà su di lei. Continueremo a lavorare con lei e ci assicureremo che sia sempre supportata e che abbia una comprensione di come potrebbe essere l’ambiente a Tokyo.
Ma Laurel non è nuova a queste esperienze
Ma Laurel Hubbard non è certo una principiante: medaglia d’argento al campionato del mondo del 2017 e sesto posto alla competizione del 2019 (a causa di un infortunio al braccio).
Quando mi sono rotta il braccio ai giochi del Commonwealth tre anni fa, mi è stato detto che la mia carriera sportiva era probabilmente giunta alla fine. Ma il sostegno, l’incoraggiamento e l’aroha (affetto) mi hanno aiutato a uscire dall’oscurità.
Di fronte alle critiche transfobiche che ha ricevuto negli anni, in una rara intervista nel 2017 ha spiegato:
Tutto quello che puoi fare è concentrarti sul compito da svolgere e se continui a farlo ti porterà al termine. Sono consapevole che non sarò sostenuta da tutti, ma spero che le persone possano mantenere una mente aperta e magari guardare la mia performance in un contesto più ampio.
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