A Torino è scontro frontale tra la giunta guidata da Stefano Lo Russo, sindaco Pd, e il tribubale, che lo scorso 3 dicembre non ha riconosciuto il doppio cognome a un bambino con due madri, perché l’iscrizione all’anagrafe non è considerata legittima. D’altronde Torino è dal 2018 in prima fila in difesa delle famiglie arcobaleno. Fu uno dei primi comuni d’Italia a registrare all’anagrafe il figlio di una coppia di mamme (Niccolò Pietro, figlio di Chiara Foglietta e di Micaela Ghisleni), e ad oggi sono 79 i bambini di coppie omogenitoriali iscritti all’anagrafe.
L’udienza contro la decisione presa dal tribunale si terrà lunedì 18 febbraio. “Difendiamo la legittimità amministrativa dell’iscrizione anagrafica dei figli di coppie omogenitoriali“, ha precisato il sindaco Lo Russo. “Non condividiamo l’impostazione dei tribunali sul punto”. Tutto questo, va ribadito, è diretta conseguenza dell’immobilismo parlamentare, che dal 2016 ad oggi, ovvero dal via libera alle unioni civili, non è mai più intervenuto per sanare un’inaccettabile mancanza. “È intollerabile che nel 2022 non ci sia una norma chiara su questo tema e che questa questione sia lasciata ai sindaci e ai tribunali creando tra l’altro discriminazioni tra i cittadini che vivono in città che consentono l’iscrizione all’anagrafe dei figli di coppie gay e cittadini che vivono dov’è questa iscrizione non è consentita. Non si scherza sulla pelle dei bambini”, ha tuonato Lo Russo, eletto sindaco di Torino lo scorso ottobre e chiaramente pronto a rispettare la decisione del tribunale.
Jacopo Rosatelli, assessore al Welfare e ai diritti civili, ha sottolineato a LaRepubblica come “la questione del doppio cognome” sia “solo la punta dell’iceberg. Ciò che per noi è fondamentale è che si legiferi sul tema della legittimità dell’iscrizione dei figli delle coppie omogenitoriali”. “Dopo bocciatura del ddl Zan questa legislatura sta volgendo a termine senza aver fatto passi avanti sul tema dei diritti civili. Facciamo un appello al Parlamento affinché si muova”.
Accorato l’appello dell’Associazione Famiglie Arcobaleno, che da anni chiede una legge parlamentare, perché in sua assenza “le nostre famiglie continuano a vivere situazioni diverse a seconda di dove si ha la fortuna di vivere e risiedere. Questo processo di riconoscimento della doppia genitorialitá è avvenuto, infatti, solo in alcune città, a macchia di leopardo, in altre si continua a vivere senza nessun riconoscimento e nessuna tutela per i nostri figli e le nostre figlie. Quello che chiediamo da sempre è una legge nazionale che consenta il riconoscimento alla nascita dei figli e delle figlie delle coppie omogenitoriali, perché solo così il paese potrà fare un passo avanti nella parità togliendo intere famiglie dal far west che attualmente regola le loro vite“.
Per la legge italiane due mamme che allevano loro figlio non sono entrambe riconosciute come genitori. Il genitore è infatti solo la madre biologica.
Foto copertina: Pagina Facebook Famiglie Arcobaleno
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