Il Pride che non si doveva fare per ordine della questura alla fine non solo si è fatto, ma è stato un trionfo. Migliaia di persone sono scese in strada per il Torino Pride 2021, con la sindaca uscente Chiara Appendino in prima fila, dietro lo striscione “Quanti di noi vorrete ancora sulla coscienza?“, slogan della manifestazione che ha chiesto a gran voce l’approvazione del DDL Zan. Ad una settimana dalle amministrative, tutti i candidati hanno partecipato all’evento tranne colui che parte in pole-position, ovvero Paolo Damilano, volto del centrodestra. Su Facebook, al mattino, Damilano aveva scritto: “Nel giorno del Pride voglio ricordare a tutti che Torino è da sempre una città simbolo delle battaglie per i diritti, delle sfide per una società che non lascia indietro nessuno, anzi che dà a ognuno il suo posto nella società“.
Ma in strada non si è fatto vedere. Vladimir Luxuria, madrina della manifestazione, ha sottolineato come Damilano “debba rispondere al suo elettorato: Fratelli d’Italia e Lega hanno sempre parlato malissimo dei Pride. Adesso c’è anche il Popolo della Famiglia. Sicuramente Damilano è una persona che non ha nessun problema sotto il punto dei diritti Lgbt, ma credo che sarebbe stato troppo imbarazzante per lui essere qui“.
Presenti, e polemici con il candidato di centrodestra, la candidata M5S Valentina Sganga (“Più che avere preoccupazioni ritengo surreale questa modalità di partecipazione, per cui si fanno i post su Facebook ma poi non si va in piazza“) e Stefano Lo Russo, candidato sindaco del centrosinistra (“Su certi temi, come i diritti, bisogna metterci la faccia. Essere qui è importante“). Per la notte del Pride Chiara Appendino ha illuminato il Palazzo di Città, sede del municipio di Torino, con i colori della bandiera LGBT+. “Torino capitale dei diritti, con orgoglio“, ha scritto la prima cittadina, da anni sempre in prima fila al Pride cittadino.
“Siamo contenti di essere qui oggi. Il Pride è luogo di rivendicazione di diritti, ma anche di gioia e di accoglienza di tutte e tutti. – ha commentato a LaRepubblica Alessandro Battaglia, coordinatore di Torino Pride – Abbiamo ricevuto l’adesione di candidati nel Pd, Sinistra Ecologia, Radicali, 5 Stelle. Non mi risulta che ci sia qualcuno nel centrodestra”.
Nei giorni scorsi vi abbiamo raccontato questa lunga campagna elettorale torinese grazie a Simone Alliva, con il centrodestra che sogna di espugnare Torino, unica tra le grandi città che potrebbe passare alla corte di Salvini, Meloni e Adinolfi.
La lunghissima Onda Pride 2021, iniziata a giugno dopo lo stop obbligato del 2020 causa Covid, si è così conclusa. Tra 9 mesi, ovviamente, si ricomincia.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.