Il giudice per le indagini preliminari di Napoli ha richiesto un’ulteriore approfondimento del caso riguardante un uomo, padre adottivo di una giovane maggiorenne. L’uomo aveva installato una telecamera nella camera della ragazza, dopo aver appreso della sua omosessualità. La giovane, chiamata con il nome di fantasia Giulia, aveva trascorso 11 anni della sua vita in un orfanotrofio in Lituania, prima di essere adottata insieme a una sorellina da una coppia residente a Napoli.
Inizialmente, la vita familiare era serena, ma le cose sono cambiate quando Giulia ha rivelato la propria omosessualità, prima alla madre e poi al padre. Quest’ultimo, percependo questa rivelazione come un problema, ha deciso di spiare la figlia installando una telecamera nella sua stanza. Dopo aver raccolto prove e materiali incriminanti, Giulia ha deciso di denunciare il padre e avviare un’azione legale.
Il giudice per le indagini preliminari ha esaminato il caso e ha ritenuto che il padre avesse commesso il reato di interferenza illecita nella vita privata della ragazza. Pertanto, ha chiesto ulteriori indagini per accertare meglio la situazione. Nel frattempo, i rapporti familiari si sono deteriorati e Giulia ha lasciato la casa.
La giovane ha dichiarato di aver sperato in un rapporto normale e aperto con i suoi genitori, ma si è sentita tradita dalla loro reazione. La sua relazione con la sorella, a cui tiene molto, si è anch’essa incrinata, e non si vedono dal 2022.
Giulia e il suo avvocato, S.P., hanno fornito prove audio e chat che suggeriscono che il padre abbia simulato di essere una e più ragazze, e indurla a comportamenti omoaffettivi, usando identità fittizie. Tuttavia, il giudice ha osservato che gli elementi raccolti potrebbero non essere sufficienti per una ricostruzione definitiva. Il contenuto delle prove è stato definito “eccessivo” e “paradossale”, e si è ipotizzato che potesse essere parte di una finzione creata dal padre per provocare una reazione nella figlia. Sembrava che l’uomo cercasse, in modo surrettizio, di stabilire un dialogo con Giulia per capire meglio le sue esperienze, convinzioni e sviluppo psicologico riguardo alla sfera sessuale.
A quanto si apprende, due sono le ipotesi al vaglio degli inquirenti:
- il padre potrebbe aver simulato le frequentazioni online, al fine di indagare sulla vita sentimentale di sua figlia, in quanto, come comprensibile per un papà, turbato dalla notizia dell’omosessualità della ragazza
- il padre avrebbe introdotto discorsi a sfondo sessuale con sua figlia al fine di avere poi rapporti con la ragazza
In entrambi i casi resta evidente il grave comportamento di violazione della privacy. La parola agli organi inquirenti e successivamente ai giudici.
Foto di Andrew Neel su Unsplash
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