Come scritto ieri, il Parlamento ungherese ha approvato una proposta di legge che vieta la diffusione di materiali divulgativi ed educativi ritenuti “promozionali” o che meramente raffigurino relazioni consensuali tra persone omosessuali, così come contenuti che possano incoraggiare il cambiamento di genere dei minorenni. Una legge copia-incolla a quella tristemente celebre in Russia, voluta da Vladimir Putin nel 2013.
David Vig, direttore generale di Amnesty International Ungheria, ha ieri duramente attaccato il governo Orban.
Oggi è una giornata nera per i diritti della comunità Lgbti e di tutta l’Ungheria. Come la famigerata “legge sulla propaganda” adottata anni fa in Russia, la norma adottata dal parlamento di Budapest produrrà ulteriore stigma nei confronti della comunità Lgbti e delle persone e dei gruppi loro alleati ed esporrà chi vive già in un ambiente ostile a una discriminazione ancora maggiore. Aggiungere questi emendamenti a una proposta di legge sulla violenza contro i minori ha rivelato l’intento del governo ungherese di associare la pedofilia alle persone Lgbti. Ieri oltre 10.000 persone hanno riempito le strade di Budapest per protestare contro questi emendamenti motivati dall’odio e per esprimere solidarietà alla comunità Lgbti. Ma la solidarietà da sola non basterà.
Sarebbe infatti doveroso un intervento da parte dell’UE, che non può definirsi “zona di libertà LGBTIQ” e al tempo stesso accettare simile scempio da parte di un Paese membro. Cara Ursula von der Leyen, cosa stiamo aspettando?
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.