Potrebbe essere un duro colpo quello che colpirà l’Ungheria e la sua politica omofoba, condotta senza rispetto da Viktor Orban. Le legge che ha imposto il divieto di riconoscimento legale del genere per le persone trans potrebbe infatti essere illegittima. Con questa premessa, un tribunale potrebbe dichiararla incostituzionale e quindi eliminarla. Mettendo fine alla guerra contro la comunità trans del Paese.
Secondo quanto riportato, infatti, la legge violerebbe i diritti costituzionali alla dignità umana e alla vita privata. Al momento, è stato il tribunale regionale di Miskolc a dare ragione agli attivisti dell’associazione LGBT Háttér Society. La palla passa ora alla Corte Costituzionale, che entro 90 giorni dovrà dare una risposta.
Quella “Sezione 23” passata di nascosto
Al tempo della prima ondata di Covid 19, che non ha risparmiato nemmeno l’Ungheria, il governo di Orban aveva inserito all’interno dei provvedimenti presi per fermare il diffondersi del virus un emendamento che non riguardava il Covid, bensì le persone trans. Non c’era stata alcune discussione: il presidente aveva richiesto “pieni poteri” per agire senza passare per il Parlamento, il quale aveva votato a favore. Tutte i testi approvati in quel periodo sono diventati leggi dello Stato.
Si chiama appunto “sezione 23”, e di fatto sancisce che il sesso biologico di un cittadino è definito in modo permanente dalla nascita. Con questo semplice testo, l’Ungheria ha vietato il cambio di genere nei documenti ufficiali.
La norma è retroattiva, quindi anche i cambi già ottenuti (dopo l’insistenza degli interessati) saranno modificati.
La scusa: “chiarezza giuridica”
Dal governo e dalla maggioranza arriva l’ovvio e pieno appoggio alla legge, con la scusante che questo provvedimento permetterà alla burocrazia di avere più chiarezza giuridica. In realtà, è solo l’ennesimo tentativo di eliminare una parte della nostra comunità.
La battaglia non si ferma, l’Ungheria dovrà riconoscere le persone trans
Purtroppo per l’Ungheria e la sua politica omofoba, la Corte Costituzionale del Paese aveva già ribadito che le persone trans hanno il diritto di cambiare legalmente il proprio nome e il proprio genere nei documenti ufficiali. A sostenere la tesi, anche la Corte europea dei diritti dell’uomo. E in questi giorni, anche il dubbio di costituzionalità del tribunale.
La Sezione 23 ha (si spera) i giorni contati.
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Purtroppo in Ungheria la magistratura è in larga parte controllata da Orban, uno dei tanti motivi per cui l'Unione Europea contesta al suo governo la violazione dello stato di diritto. Speriamo che la Corte Suprema mantenga una propria autonomia e cancelli la vergognosa Sezione 23, confermando le precedenti sentenze a favore delle persone trans.