Il primo ministro ungherese di estrema destra Viktor Orbán ha accusato ancora una volta l’Unione Europea di condurre quella che lui ha definito un'”offensiva LGBTQ+”, rifiutando “l’eredità cristiana“.
Sabato scorso Orbán si è presentato alla Bálványos Free Summer University and Student Camp, in Romania, dove vive una grande comunità ungherese. E qui ha sparato a zero sull’Europa.
“L’UE rifiuta l’eredità cristiana, effettua una sostituzione della sua popolazione attraverso la migrazione… conducendo un’offensiva LGBTQ”, ha affermato Orbán. Il premier ungherese, amico di Giorgia Meloni e Matteo Salvini, ha detto al pubblico che in Ungheria non hanno avuto “altra scelta” se non quella di “combattere“, per difendere quelli che lui considerava “i valori cristiani tradizionali“. Orban, esattamente come la destra italiana, ha parlato esplicitamente di “sostituzione etnica“, teoria del complotto secondo cui gli europei caucasici verrebbero “sostituiti” dagli immigrati neri in arrivo dall’Africa.
Secondo Orbán i “federalisti” dell’UE starebbero “cercando di escluderci“, colpendo l’Ungheria per le sue politiche omobitransfobiche e razziste.
Nel 2021 Orbán ha fortemente voluto una legge contro la “propaganda gay” nei confronti dei minori di 18 anni. Un’oscenità che ha visto programmi, film, festival, mostre e libri censurati, se contenenti tematiche LGBTQIA+ al loro interno. Le librerie che hanno esposto l’ultimo libro di Heartstopper senza apposito censura sulla copertina sono state multate.
Orbán ha sempre difeso la sua oscena legge, affermando che la “propaganda di genere” è la “più grande minaccia che perseguita i nostri figli” e che le identità LGBTQ+ “non hanno posto in Ungheria”. Lo scorso aprile l’Ungheria ha approvato una nuova legge, per denunciare anonimamente le famiglie LGBTI+ alle autorità.
L’UE ha più volte minacciato l’Ungheria, avviando un’azione legale. Judit Varga, ministro della giustizia ungherese, ha più volte ribadito che “l’Ungheria non si arrenderà” alle minacce dell’Europa. L’Italia governata da Giorgia Meloni non ha mai preso posizione contro la legge ungherese, astenendosi tutte le volte che il parlamento europeo ha votato contro Orban e la sua omobitransfobia di Stato.
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