La Commissione europea ha fatto ricorso contro la legge omotransfobica ungherese voluta da Viktor Orban nel 2021. Quindici stati membri hanno aderito al ricorso, mentre il governo Meloni ha deciso di non schierarsi contro l’amico ungherese.
Secondo quanto riportato da LaRepubblica, il governo italiano avrebbe giustificato questa mancata adesione sottolineando la poca fondatezza ‘tecnica’ del ricorso della Commissione, perché l’articolo 2 non sarebbe mai stato usato per giudicare l’incompatibilità di una norma nazionale con i Trattati. Si tratta, fa sapere il Governo Meloni, di un gesto che dal valore esclusivamente politico.
Oltre al Parlamento europeo, contro la legge ungherese e al fianco della Commissione si sono schierati Francia, Germania, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna, Portogallo, Danimarca, Irlanda, Malta, Austria, Finlandia, Svezia, Slovenia e Grecia. L’Italia, unico paese fondatore dell’Ue, non c’è, avendo preferito affiancarsi a Polonia, Romania, Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Lettonia, Lituania, Repubblica Ceca e Slovacchia. E pensare che si tratta della più grande procedura sulla violazione dei diritti umani mai portata davanti alla Corte di giustizia dell’Ue.
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Duro il commento di Yuri Guaiana, rappresentante di +Europa: “Mentre ben quindici Stati membri dell’Ue si uniranno al ricorso, l’Italia si schiera con Orbán e una minoranza di stati membri che si battono contro una società europea aperta e inclusiva”. “Con questa scelta il governo Meloni ha modificato la posizione del governo Draghi che aveva aderito alla dichiarazione del 17 maggio 2021 in cui si impegnava a proteggere i diritti fondamentali delle persone Lgbtq+ e alla lettera dei capi di Stato e di governo ai presidenti delle istituzioni europee del 24 giugno 2021”.
“In Europa il governo Meloni si schiera con #Orban a difesa della vergognosa legge ungherese contro la comunità LGBTI+. Dopo lo stop alle registrazioni dei figli di famiglie omogenitoriali,un altro passo verso l’omofobia di Stato”, ha aggiunto Riccardo Magi, Segretario di +Europa.
Dura anche Italia Viva, per bocca della deputata Raffaella Paita: “Meloni continua ad isolare l’Italia schierandosi al fianco di Orban invece di contrastare la vergognosa legge anti Lgbtq+ insieme agli altri Paesi Ue, tra cui Francia e Germania. L’Italia non può essere condannata ad una posizione di irrilevanza da questo governo sovranista“.
La legge ungherese, molto simile a quella russa voluta da Vladimir Putin, vieta la “rappresentazione o la promozione” dell’omosessualità. Pur di difenderla dagli attacchi dell’Europa, Orban ha imposto un referendum nel corso dell’ultima elezione nazionale, non raggiungendo il quorum richiesto.
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