Sulle Unioni Civili il Partito Democratico non fa passi indietro: come preannunciato ieri dal Corriere della Sera e dalla giornalista Maria Teresa Meli, sempre ben informata sul Renzi-pensiero, il ddl Cirinnà sarà portato avanti nella sua interezza, senza stralci o modifiche. Non verrà dunque rivisto né accantonato il tanto contestato articolo 5, quello che introduce la stepchild adoption, ovvero la possibilità di adozione del figlio naturale del partner anche all’interno di una coppia omosessuale.
E’ questa la decisione assunta stamani nella riunione dei due capigruppo di Camera e Senato, Ettore Rosato e Luigi Zanda, insieme al ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi ed il premier Matteo Renzi. Viene dunque respinta la richiesta più volte avanzata negli ultimi giorni dai centristi di Angelino Alfano che si sono detti disponibili a votare i riconoscimenti di diritti alle coppie di fatto, ma a patto che il testo del ddl sia depurato della parte relativa alle adozioni e di tutte le parti che possano far associare, anche da un punto di vista meramente lessicale, le unioni civili alla famiglia tradizionale.
Del resto, l’uscita di Beppe Grillo di sabato non ha spostato di una virgola i voti che si prevedano possano convergere contro gli emendamenti più pericolosi tra tutti quelli presentati, specie sull’articolo 5 del ddl, quello che parla per l’appunto della stepchild adoption. Come infatti ha ribadito stamani lo stesso Corriere in una semplice infografica e come avevamo pronosticato nei giorni scorsi, la maggioranza pro-stepchild è abbastanza certa, con 181 voti a favore sulla carta contro i 140 che sono per limarla o addirittura a scorporarla dal ddl. Anche contando le assenze, lo scarto di 40 voti pro-stepchild potrà infatti difficilmente essere colmato, salvo ulteriori – ma improbabili – cambi di scena del Movimento 5 Stelle e del suo leader Beppe Grillo.
Ad oggi, da quel che ci risulta , nel gruppo pentastellato del Senato c’è solo un voto sicuramente contrario, quello del senatore Sergio Puglia, e due probabili contro, quelli di Claudio Martelli e di Ornella Bertorotta, mentre sono ancora 2 i senatori che stranamente non si sono espressi: Catalfo Nunzia e Ciampolillo Lello. Quindi, al massimo i malpancisti dei 5 Stelli non dovrebbero superare le 5 unità: troppo pochi per ribaltare la situazione. Peraltro poco fa, sul blog di Grill, è apparso un post che ribadisce, a stemperare le polemiche, che il M5S voterà sì al ddl sulle Unioni civili, come stabilito nella votazione avvenuta sul blog il 28 ottobre 2014. Tuttavia, siccome il quesito della consultazione non conteneva domande sulla stepchild adoption, “in via del tutto straordinaria Grillo e Casaleggio, in qualità di Garanti del Movimento, si sono assunti la responsabilità di rinunciare a un’ulteriore voto sul blog e di lasciare ai portavoce la libertà di decidere sulla stepchild adoption secondo coscienza, sulla base di principi personali”.
Da qui la decisione di oggi del Presidente del Consiglio di non spostare di una virgola la propria posizione sulla stepchild: a decidere sarà il Parlamento, avrebbe ribadito Renzi, senza ripercussioni sul governo.
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