È in tv ad ogni ora del giorno e su tutti i canali, in giro per l’Italia tra piazze e librerie, sui quotidiani e radio con interviste continue. Il generale Roberto Vannacci prosegue indisturbato a divulgare odio a buon mercato nella promozione del suo libro “Il mondo al contrario“, autoprodotto best seller dell’estate con circa 150.000 copie vendute in poco più di un mese ed entrate gigantesche per il diretto interessato.
E se la politica lo corteggia, con Matteo Salvini che gli ha già proposto una candidatura blindata per le prossime elezioni europee, Vannacci continua a sparlare della comunità LGBTQIA+ senza vergogna alcuna. Ospite di Borri Books alla stazione Termini di Roma, il generale è tornato a difendere la propria omobitransfobia editoriale.
“Grandissime espressioni del mondo di oggi marciano al contrario del buonsenso. I criminali in libertà e i tutori dell’ordine in ospedale, le maggioranze subiscono le minoranze per effetto dei media. Ci sono classi protette che non si possono più criticare: la frase sugli omosessuali brucia perché non se ne può parlare che bene”. “La normalità non è offensiva, la semantica non è un opinione, non è un termine offensivo”.
A detta del generale, la comunità omosessuale sarebbe una “categoria ultraprotetta“, con “la maggioranza” che non potrebbe “più esprimersi, negli ultimi anni si sono sentiti intoccabili. Studiosi come la Scaraffia hanno detto che il mio libro non è omofobo né offensivo: io non capisco nulla di femminismo? Questo è vero ma io non ne parlo. Io non ho scritto un capitolo sulle donne ma sulla famiglia: questo prova che chi mi critica non mi ha letto“.
Vannacci ha poi replicato al deputato Pd Alessandro Zan, che aveva chiesto a gran voce “un intervento urgente dello Stato Maggiore della Difesa per tutelare la credibilità e l’onorabilità delle nostre forze armate impegnate quotidianamente in Italia e all’estero per difendere i valori costituzionali, che Vannacci con le sue parole ha infangato”.
Nei giorni scorsi Zan ha criticato Vannacci, che aveva messo nello stesso calderone omosessuali, graffitari e criminali. Il generale ha così risposto.
“La capacità di comprendere si chiama alfabetismo funzionale, forse deve rivedere la sua abilità: non ho mai detto che omosessuali, graffitari e criminali abbiano qualcosa in comune. Klaus Davi ha detto che come omosessuale non si è sentito offeso. E tanti altri in privato me lo hanno detto”. “Il mondo Lgbt plus plus…. sta diventando un codice fiscale, entra nei gusti e delle prediliezioni, non si può disputare. Io non critico l’omosessualità ma l’omosessualismo che può diventare antipatico“.
Nel dubbio, Vannacci continua ad arricchirsi grazie al suo libro e prepara il bis. Come riportato da Selvaggia Lucarelli, il generale avrebbe infatti venduto a peso d’oro a Mondadori la sua autobiografia.
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