Spesso viene dimenticato, perché abituati a vederlo scannarsi da Barbara D’Urso con l’opinionista di turno, ma Vittorio Sgarbi non è solo sindaco di Sutri bensì anche deputato della Repubblica, eletto in Parlamento con Forza Italia nel 2018. Eppure Sgarbi è un fiume social in piena, un disturbatore di prima categoria che si diverte a insultare, provocare, dileggiare.
Dopo aver più volte litigato con Fedez, tra botte e risposta più o meno piccate, il 69enne critico d’arte ha cavalcato l’ultima polemica Twitter per tornare ad attaccare la comunità LGBT. Giorni fa il Moige ha contestato lo spot TIM con Lino Banfi per un “porca puttena” di troppo, poi fatto incredibilmente sparire. Ed è qui che Sgarbi si è infilato.
“Il mondo va così: ci si scandalizza per l’ironico “porca puttena” di Lino Banfi e si tace sui bambini (chiaramente inconsapevoli) utilizzati per pubblicità oscene con gay, lesbiche, bisessuali e transgender“, ha cinguettato l’ex Assessore ai Beni Culturali della Regione Siciliana, senza ovviamente mai entrare nel merito.
Nel maggio scorso aveva definito “immorale e pornografico” un semplice bacio tra due donne nello spot Dietorelle, parlando di “primi effetti del DDL Zan”. Una legge, quella contro l’omofobia, la misoginia e l’abilismo, che Sgarbi ha etichetttato come “pedofilia di Stato”, raschiando il fondo di un barile che sembra davvero infinito. Cinguettio dopo cinguettio, delirio dopo delirio. A spese degli italiani.
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