Poche ore dopo le discusse e discutibili dichiarazioni della ministra Elena Bonetti, che ha ribadito la necessità di una ‘mediazione’ sul DDL Zan, Ivan Scalfarotto, sottosegretario di Stato al Ministero dell’interno nel governo Draghi, ha affrontato l’argomento con Alessandro Zan nel corso di una diretta Instagram.
Da Italia Viva a Italia Viva, Scalfarotto ha provato a rimettere la legge contro l’omotransfobia, misoginia e abilismo al centro del villaggio politico nazionale, chiedendo quella rapida approvazione che i ‘colleghi di partito’ Bonetti e Faraone vorrebbero abbracciare solo dopo una ‘mediazione’ politica, che fa rima con ‘modifiche’ al DDL già approvato alla Camera. Magari proprio su quell’identità di genere che è improvvisamente diventata il ‘perno’ del malsano dibattito.
La transfobia è un fenomeno terribile, gravissimo e la superficialità e la leggerezza con la quale si parla di queste questioni in questi giorni è una cosa ripugnante. Ho sentito dire nel dibattito pubblico cose che definire irrispettose è il minimo indispensabile, perché chiunqua abbia mai conosciuto una persona transgender sa quanta sofferenza, quanto dolore, quanto sia pesante il percorso che queste persone fanno. Descriverlo come un capriccio, come una cosa che uno cambia come fosse un abito, dimostra una conoscenza molto relativa del fenomeno. Invito tutti coloro che parlano di queste cose a pensarci tre volte.
“Fermo che l’obiettivo deve essere l’approvazione della legge, in questo turno, subito, in questa lettura, l’unica cosa che si può fare è andare dritto al punto. Ma non sarà una passeggiata di salute“, ha continuato Scalfarotto, nell’abbracciare l’eventualità di abbandonare la commissione giustizia al senato per approdare direttamente in aula. “Non ci sarà il relatore, ci saranno i voti di fiducia e moltissimi emendamenti presentati a scopo ostruzionistico. Quando si vota qualsiasi emendamento c’è un parere del relatore e uno del governo che servono a indirizzare l’aula. Questo non lo avremo. Una nave in un parlamento complesso, che necessita un’enorme compattezza e disciplina. Sarà più difficile che alla Camera perché i numeri erano molto maggiori“.
Impossibile anche chiedere il voto di fiducia, perché questa maggioranza coinvolge opinioni avverse al DDL. “Non credo ci sia nessuna possibilità di mediazione, perché Lega e Fratelli d’Italia non vogliono la legge. Oggi fingono di volere una mediazione per perdere tempo. Il tema mediazione non si può portare avanti. Se qualuno in qualche partito, compreso il mio, dice che vuole allargare il buonsenso, io ho già detto loro che un compenso più ampio non si può trovare. L’unico consenso possibile è che le forze che hanno sostenuto la legge alla Camera la sostengano anche al Senato. Il dibattito che c’è in Italia Viva non è monolitico, il gruppo alla Camera è orgoglioso del lavoro che ha fatto e del voto che ha dato. Ma non bisogna avere paura del dibattito. Bisogna fare un lavoro politico, rispondere a certe domande, perché molti non sanno di quello che parlano. Questa legge non si può non votarla. Ma non si può malmenare chi ha un’opinione diversa. Facciamo squadra anche tra di noi, all’interno della comunità LGBT. Usiamo l’arma del convincimento. Al dubbioso non va data una botta in testa, va convinto, portato dalla nostra parte, perché noi abbiamo gli argomenti, siamo dalla parte di una legge giusta e popolare“.
Zan, a questo punto, ha rotto gli indugi, annunciando l’imminente sbarco in aula, in fuga dalla Commissione presa in ostaggio dalla Lega, senza relatore al seguito. “Con i voti segreti anche alcuni parlamentari di Forza Italia voteranno a favore“, ha predetto il deputato Pd. “Portiamola subito in aula e facciamo un lavoro, senatore su senatore, senatrice su senatrice, per rimanere compatti e votarla. Perché i numeri li abbiamo. Se mettiamo insieme Pd, LEU, IV, 5 Stelle, autonomie e pezzettini dei Misti, i numeri al Senato ci sono. Poi è chiaro che ognuno si assumerà le sue responsabilità, faremo la conta di chi fino alla fine ha espresso opinioni contrarie“. “Speriamo che la capigruppo, dopo aver appurato che la commissione è un pantano, sabbie mobili da cui non si riesce ad andare avanti, capisca che il tempo è scaduto. La legge deve andare in aula e in aula si affronterà a mare aperto. Il Senato sarà investito di questa grande responsabilità di dare al Paese una legge che aspetta da troppo tempo“.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.