“La circolare del ministero dell’Interno che chiede ai sindaci di non registrare i figli di coppie gay non è vincolante”. Lo dice Emma Bonino, che, dopo l’OBBEDISCO di Beppe Sala a Milano, fa appello ai sindaci perché si oppongano alla circolare del Ministero dell’Interno. E molti sono i sindaci che stanno prendendo una direzione diversa da quella del sindaco di Milano: dopo Padova, Verona, Napoli, Mira, Bologna e Roma, altre città sono pronte alla mobilitazione e a dire DISOBBEDISCO.
Nell’intervista di Serena Riformato su La Stampa, Bonino introduce anche la mozione presentata da +Europa e Radicali. “Alcuni sindaci hanno già preso posizione, e noi speriamo di coinvolgerne sempre di più” aggiunge Bonino “Non si sentiva davvero la necessità di questa circolare di Piantedosi, che può portare conseguenze discriminatorie nei confronti dei bambini. Mi sembra risponda a una certa atmosfera che sento: proibire qualunque devianza dal conformismo delle coppie tradizionali”.
Dopo la circolare del Ministero dell’Interno che chiede ai sindaci di non procedere alla registrazione dei figli delle coppie omogenitoriali, +Europa e Radicali hanno presentato una mozione rivolta ai sindaci per chiedere di procedere con le registrazioni anagrafiche dei figli delle coppie omogenitoriali indicando come genitori entrambe le persone che si sono assunte la responsabilità della procreazione. Nella stessa mozione, Radicali e +Europa hanno sollecitato il Parlamento a discutere le proposte di legge presentate.
Intanto proprio oggi è prevista un conferenza di tutti i sindaci, che potrebbero indire una manifestazione nazionale per il 12 Maggio.
La mozione di +Europa e Radicali spiega che l’ordinamento è già passato dalla nozione tradizionale di famiglia al riconosciuto rilievo giuridico dato alla genitorialità sociale, anche quando non coincidente con quella biologica (sentenza Corte costituzionale n. 272 del 2017). La mozione ricorda anche che «il dato della provenienza genetica non costituisce un imprescindibile requisito della famiglia stessa» (sentenza Corte costituzionale n. 162 del 2014), e che, nonostante la PMA (procreazione medicalmente assistita) sia preclusa in Italia alle coppie dello stesso sesso, non c’è nell’ordinamento un esplicito divieto di accogliereatti di registrazione di figli nati a seguito di tecniche praticate all’estero.
La mozione ricorda anche che sul piano del diritto dell’Unione europea, la Carta dei diritti fondamentali UE dichiara, all’articolo 24, comma 2, che «in tutti gli atti relativi ai bambini, siano essi compiuti da autorità pubbliche o da istituzioni private, l’interesse superiore del bambino deve essere considerato preminente».
Come aveva già ricordato il Garante per l’infanzia, nella Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo del 1959, si prevede che, nell’approvazione di leggi e nell’adozione di tutti i provvedimenti che incidano sulla condizione del minore, ai “best interests of the child” debba attribuirsi rilievo determinante (“paramount consideration”). Ed anche nella Convenzione sui diritti del fanciullo – approvata dall’Assemblea ONU il 20 novembre del 1989 a New York ed entrata in vigore il 2 settembre 1990 -, che rappresenta lo strumento normativo internazionale più importante e completo in materia di promozione e tutela dei diritti dell’infanzia, si fa menzione all’articolo 3, paragrafo 1, del rilievo preminente (“primary consideration”) da riservare agli interessi del minore.
Incombe, sugli Stati aderenti alla Convenzione sui diritti del fanciullo, a cui l’Italia ha aderito, l’obbligo di rendere effettivi tali diritti e di garantire (art. 9, paragrafo 3) la stabilità dei legami e delle relazioni del minore in riferimento a tutte le persone con cui quest’ultimo abbia instaurato un rapporto personale stretto, pur in assenza di un legame biologico.
Si ricorda inoltre che la Corte europea dei diritti dell’uomo (Corte EDU) ha ripetutamente chiesto di tutelare la garanzia di legami affettivi stabili con chi, indipendentemente dal vincolo biologico, abbia in concreto svolto una funzione genitoriale, prendendosi cura del minore per un lasso di tempo sufficientemente ampio.
La mozione di +Europa e Radicali sottolinea anche come, secondo quanto stabilito da un decreto del Presidente della Repubblica (n. 396 del 2000), la trasmissione degli atti formati all’estero per la trascrizione nei registri dello stato civile è un procedimento dovuto. Ai sensi dell’articolo 236 del codice civile, l’atto di nascita è strumento idoneo a provare il possesso di uno status, in questo caso di figlio, che verrebbe quindi deliberatamente modificato dall’ufficiale dello stato civile che ometta di trascrivere entrambi i genitori, mettendo in atto una condotta di alterazione di stato, nonché una falsità materiale.
La Corte Costituzionale ha già sottolineato come nell’ordinamento italiano ci sia un grave vuoto di tutela dell’interesse del minore, in quanto, seppur non vietata, non è nemmeno garantita in maniera esplicita una forma di riconoscimento dei legami affettivi del minore nato a seguito di tecniche di procreazione medicalmente assistita praticate all’estero da una coppia di persone
dello stesso sesso. Tali bambini, di conseguenza, rischierebbero di essere ascrivibili alla categoria di “nati non riconoscibili”, subendo di conseguenza una ingiustificata compressione dei propri diritti (i diritti al mantenimento, all’educazione, all’istruzione, ma anche i diritti successori, soprattutto in caso di inadempimento e di crisi di coppia).
La Corte costituzionale ha rivolto un netto monito al legislatore, chiarendo che lo stesso «nell’esercizio della sua discrezionalità, dovrà al più presto colmare il denunciato vuoto di tutela, a fronte di incomprimibili diritti dei minori», e concludendo, infine, che «non sarebbe più tollerabile il protrarsi dell’inerzia legislativa, tanto è grave il vuoto di tutela del preminente interesse
del minore».
Una proposta di legge a prima firma Riccardo Magi, che era già stata depositata nella scorsa legislatura, chiede una modifica della legge 40 del 2004, senza intervenire sul divieto per le coppie omosessuali di accedere alla PMA, o alla GPA: la legge si limita a garantire l’interesse del minore alla continuità dello status filiationis, anche qualora sia nato con GPA o PMA all’estero.
La mozione di +Europa e Radicali dunque:
INVITA
Il Sindaco, anche a fronte delle evoluzioni del quadro giurisprudenziale e normativo, a procedere con le registrazioni anagrafiche dei figli di coppie omogenitoriali indicando quali genitori entrambe le persone che si sono consapevolmente assunte la responsabilità della procreazione.SOLLECITA
Il Parlamento a discutere le proposte di legge indicate in premessa e comunque a modificare la normativa per porre fine alle discriminazioni in essere che determinano una grave violazione dei diritti preminenti del minore, dando seguito al monito espresso dalla Corte costituzionale con le Sentenze 32 e 33 del 2021, nonché per riconoscere l’eguaglianza e la pari dignità di tutte le famiglie.
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