Nella casa del Grande Fratello l’utilizzo della parola è da sempre una gara a chi pesta il merdone più grande del maneggio senza via d’uscita.
In quest’ultima edizione Nathaly Caldonazzo ne sta collezionando almeno una al giorno: l’ultima riguarda Gherardo “Barù” Gaetani — nobile toscano, nipote di Costantino Della Gherardesca, con un profilo Instagram dov’è appassionato di cibo, vino, e foto senza maglietta:
“Secondo me, sotto sotto, Barù è gay” dichiara Caldonazzo, stufa marcia del suo umorismo da zoticone “Se odi così tanto le donne, anche se i gay amano le donne”.
Pestato il primo merdone, Caldonazzo si è pulita la suola sulla montagna di guano affianco: nella sua logica, un uomo è gay perché intrinsecamente arrabbiato con il genere femminile, poi però – per non tradire nessun luogo comune – i gay sono grandi amici delle donne, sempre per quella storia che siamo più sensibili, disponibili, e simpatici.
Solo qualche giorno prima, Nathaly aveva dato anche del fr*cio all’ex fidanzato.
“Di donne ne basta una nella coppia” aggiunse un’altra volta, specificando che gli uomini troppo “così” (si tocca l’orecchio, per spiegarsi meglio) non fanno per lei.
Tutto passato in sordina, forse perché Caldonazzo si è più volte schierata a supporto della comunità LGBTQIA+ – ha realizzato un quadro di un metro per un metro sull’amore arcobaleno, e ha ribadito (ovviamente) di avere tanti amici gay in giro per l’Italia – e magari ci pesa meno della Patrizia De Blanck di turno.
Ma cosa ha fatto nel frattempo Barù?
L’ex concorrente di Pechino Express non era proprio nelle grazie neanche delle altre partecipanti, in particolare la principessa Jessica Selassié: “Mi ha detto che faccio la pozzanghera” racconta Selassié “Per carità, ridiamo e scherziamo sul fatto che non trombo, però non può farmi passare come una sfigata appena vede un pisello”. Tra un buongiorno e un buonasera, Barù l’avrebbe più volte appellata come “arrapata” o “deserto del Sahara” o “una bagnata solo sotto la doccia”.
L’altra concorrente Sophie Codegoni ha cercato un po’ di salvare la baracca, chiamandolo un umorismo un po’ inglese (quali inglesi ha conosciuto?), ma Caldonazzo, ancora più incazzata, lo definisce un maleducato nei confronti di tutte.
“Usi termini con le donne quando non sono presenti, con tanta gente che ci guarda da casa, figli compresi, e sono affermazioni pesanti senza nessun tipo di basi.” dice Caldonazzo a Barù “Finché giochiamo io ci sto, questo però è un umorismo un po’ pesante.”
Non conosciamo la sessualità di Barù (lui ha dichiarato di aver avuto più occasioni con gli uomini, ma mai provato particolare interesse, concludendo che “non si sa mai” — beato a chi capita) ci si chiede che le parole (sbagliate) di Caldonazzo non nascondino qualche verità: è vero che alcuni uomini gay nascondono una punta di misoginia? Ci prendiamo forse troppe libertà quando scherziamo o parliamo del genere femminile, protetti dal luogo comune che ci vuole migliori amici delle donne?
Il fatto che siamo anche noi vittime di un sistema patriarcale, forse tende a farci dimenticare che un uomo gay (bianco e cisgender) può portare con sé tutti i retaggi culturali della categoria (vedi, tutte le volte che utilizziamo la parola “putt*na” all’acqua di rose). Spesso inconsapevolmente, anche quando da parte nostra c’è solo ammirazione.
“Quella che ho detto era una battuta inopportuna” alla fine risposto Barù, scusandosi con Caldonazzo: “Ti ho visto una donna che sta al gioco, con un carattere forte e non c’era alcuna malizia”.
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