Francesca Fagnani e il successo pop: “Su Twitter sono tutti virtualmente autori di Belve” – Intervista

Francesca Fagnani, la "belva" per eccellenza, si racconta a Gay.it

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francesca fagnani gay.it
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È la nuova regina delle interviste in tv, fonte di meme virali e ormai icona del web che ogni martedì sera, in prima serata su Rai2, segue e commenta Belve. Francesca Fagnani (@frafagni) ha fatto centro quando ha ideato questo format che, dopo un viaggio travagliato tra editori e reti, e dopo un brillante esordio in seconda serata Rai, è arrivato finalmente al posto che gli spetta: prima serata, nella Rai orchestrata da Stefano Coletta.

Se così, sarà per le interviste scomode e dirette come da tempo non se ne vedevano sul piccolo schermo, sarò per gli sguardi e gli “mmh” e il sorriso (quello da brevettare) di Francesca Fagnani, sarà che un programma come Belve è arrivato al posto giusto nel momento (storico, politico) giusto – intercettando un’ironia e una sfrontatezza che viaggiano per tweet e reazioni virali –, ormai non possiamo più farne a meno. E Fagnani cavalca l’onda del successo, dando corda a questo trionfo dal movimento pop.

In mezzo alle giornate super impegnate, in cui è presa a preparare, registrare e montare le interviste che ogni martedì sera ci sfamano, Francesca Fagnani si è raccontata a Gay.it. Nazionalpopolare (o come si dice, pop culture), genialità empirica di Twitter e un excursus nella vita fuori da Belve.  Sono ancora molti i personaggi che Fagnani vorrebbe ospitare. E un’edizione “international”? Magari!, dice.  Secondo noi di Gay.it il potenziale c’è, e di belve il mondo è pieno.

 

francesca fagnani gay.it
Francesca Fagnani sul suo profilo Instagram (@frafagni)

Francesca Fagnani, l’esplosione di Belve è ormai sotto gli occhi di tutti, ma si aspettava questo successo pop tra viralità e meme online? Insomma, com’è questa vita da star?

No, guarda, la vita da star non la conosco proprio. Sono molto felice di quella che chiami la svolta pop perché vuol dire che hai raggiunto un pubblico più giovane, quindi il mondo del web e dei social. Settimana scorsa mi hanno fermato dei ragazzi, giovanissimi, e mi hanno detto “Ah noi ce lo vediamo sempre Belve su TikTok”, come se fosse trasmesso su TikTok. Però vuol dire che in qualche modo, per qualche strana alchimia, sei riuscita ad intercettare un linguaggio che, diciamo, non è semplice. Quando si parla di televisione generalista è difficilissimo parlare ai ragazzi. Quindi questa cosa mi fa veramente piacere.

Anche parte della comunità LGBTQIA+ si è un po’ innamorata di lei: secondo lei perché?

Intanto fammi dire che questa cosa mi rende pazza di gioia. Non lo so, forse è il tipo di format, il genere intervista che è sempre stato molto seguito, anche se penso ad altri programmi molto diversi dal mio. Forse il modo di approfondire all’interno dell’intervista anche il privato e il pubblico di una persona? È il taglio ironico? È il taglio caustico? Non lo so, però una volta mi ha fatto molto ridere un utente, non mi ricordo il nome, ma ha scritto “La Fagnani è troppo geniale, non può che essere un prodotto costruito a tavolino dai gay”.

Secondo noi ha a che fare con la sua personalità…

Non so se è questione, appunto, della personalità o del taglio, perché poi intervistare è sempre scavare nella vita di qualcuno e tutto sommato quello che faccio io è porre quelle domande che tutti vorremmo fare e che magari un po’ per pudore, un po’ perché ti servono gli ospiti tutte le settimane, un po’ per carattere, uno molla. Io ho pensato al taglio dell’intervista. Però se è una questione di personalità mi fa ancora più piacere.

Dopo il successo di Belve e Sanremo, anche un parte del mondo saffico è ai suoi piedi: questa cosa la lusinga o si sente anche un po’ sessualizzata?

No, ma che sessualizzata. Mi lusinga e basta, non ce li ho proprio questi problemi. Ma, soprattutto, sono geniali. Io trovo una creatività nel mondo web, soprattutto su Twitter e tra la comunità LGBT, che è una fonte di ispirazione. Fanno dei commenti talmente divertenti che per me sono virtualmente tutti autori di Belve. Hanno intercettato uno spirito che è proprio quello del programma, perché poi io leggo tutto. In diretta rispondo sempre e colgono delle cose che magari colgo io in quel preciso momento mentre faccio l’intervista. Che a volte dico, veramente ragioniamo con la stessa testa. Per me uno dei momenti più belli della puntata è proprio leggere i tweet, mi diverto da morire. Certe volte vorrei mettere cento like e non posso, perché poi magari è un po’ troppo cattivo sull’ospite. Mi devo contenere con i like.

 

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Tirando un po’ le somme dei personaggi che ha intervistato finora, chi l’ha sorpresa più di tutti?

Innanzitutto Bianca Balti per la trasparenza con cui ha raccontato vicende private, anche con un tono non melodrammatico. Considerando la sua vita molto complicata, sarebbe stato normale spingere sull’acceleratore della drammaticità. Invece lei l’ha fatto con tutt’altro tono. Mi ha colpita per la capacità di analisi di chi l’analisi l’ha fatta veramente e le ha salvato la vita. Io l’ho letta così. Concita De Gregorio, non posso che esserle grata per l’atto di fiducia enorme. Lei me l’ha detto mesi fa, io non l’ho detto a nessuno e quando ha deciso di volerlo fare l’abbiamo fatto. E l’ha fatto nel modo migliore, anche qui la forza delle donne: l’emotività era nel racconto, non nei toni esagerati. Poi mi è stato molto simpatico Rocco Casalino, lui mi ha fatto morire dalle risate. In realtà, per quella che sembra essere stata una figuraccia, io gli voglio pure dire: ma io vorrei sapere in Parlamento quanti conoscono le poesie di Baudelaire. Anche queste gaffe, a Belve, ti umanizzano tantissimo, perché siamo tutti imperfetti, e io ho scelto la canzone della Vanoni come apertura, perché inizia parlando di sbagli. Se c’è una cosa democratica è l’errore.

Invece su quale personaggio le piacerebbe mettere le grinfie in un’eventuale edizione di Belve International?

Sai chi mi piacerebbe da pazzi intervistare? Angela Merkel. Ha una storia pazzesca, perché poi in un mondo così maschilista e chiuso come quello delle istituzioni europee, lei è riuscita a comandare su un mondo di uomini per vent’anni. E poi però c’è anche tutto un privato inesplorato che a me incuriosisce molto. Quindi sì, assolutamente la Merkel.

Beh, Belve è arrivato in prima serata. Ora puntiamo all’internazionalità, quindi?

No, questo è un sogno che rimarrà tale e ne sono consapevole. Però, se devo sognare, sogno in grande.

Rimanendo sui possibili ospiti, dopo il momento con Concita De Gregorio, molti utenti stanno chiedendo un’intervista a Paola e Chiara…

Ah Paola e Chiara stupende, ci siamo poi anche scritte subito dopo Sanremo, su Instagram. Ma Paola e Chiara io le vorrei immediatamente, mi divertono molto. Però non faccio interviste a coppia, il problema è quello. Quindi io direi Paola e Chiara a turno, quando vogliono.

Durante l’intervista a Concita De Gregorio, anche il test radical chic è stato uno spettacolo. A lei l’hanno mai accusata di essere radical chic?

Ma con questo accento romano è un po’ difficile, pure se mi sforzo non ce la faccio. Non posso passare per radical chic.

Niente? Non so, i suoi cani non seguono diete particolari come la dieta barf?

No, fai conto che uno dei miei cani, Bice, è detta “Scampia”. Quindi proprio no.

 

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Sappiamo che quando registra, il programma occupa tutte le sue giornate. Quando invece non è presa da Belve, qual è la giornata tipo di Francesca Fagnani?

Quando non faccio Belve di solito poi scrivo e mi occupo di quello di cui mi sono sempre occupata, quindi la criminalità organizzata e le gang. Adesso, io devo consegnare un libro entro giugno e un altro entro settembre, quindi appena finisce Belve la mia giornata sarà dedicarmi ad altri tipi di belve. Poi io ho bisogno proprio fisico e mentale di fare sport e per il resto mi occupo di aperitivi.

Qual è invece il luogo del cuore di Francesca Fagnani?

I miei luoghi del cuore romani hanno tutti a che fare con il cibo, i luoghi del cuore non romani sono le montagne. A casa mia si parlava, si parla ancora, di cibo più o meno dalla mattina alla sera, un po’ si vive per mangiare. Quindi il pane e la pizza te la compri attraversando Roma, i formaggi li compri da una parte, la pasta all’uovo la ordini… I miei luoghi del cuore a Roma sono una toponomastica del cibo, praticamente. Mentre quelli veri dell’anima, sono le montagne.

Davanti a lei ci sono sviluppi più verso lo show business, verso il giornalismo o sempre a cavallo tra questi due oceani?

Belve è un programma giornalistico, direi di sì. Ci sono tanti modi di fare il giornalista, che sia di inchiesta o che sia più un tipo da intervista. È un genere che è stato un po’ troppo abbandonato a favore dell’avere un ospite a tutti i costi. Di solito pur di avere una persona gli dai le domande, gli permetti di tagliare una cosa se non gli è piaciuta. E invece secondo me l’intervista è un genere nobile del giornalismo, quindi direi sempre giornalista, perché sono molto contenta di esserlo e perché secondo me ho trovato anche un modo diverso di farlo con Belve.

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