Arisa: “Mi hanno sconsigliato di andare al Pride. Non condannate la gente che non la pensa come voi”

Ti sarebbe bastato chiedere scusa, cara Arisa, ma hai preferito puntarci il dito contro, facendoci passare per isteriche e violente mitomani. Ai tuoi amici di sempre prova a chiedere dove hai sbagliato. Ascoltali. Forse un giorno capirai.

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Non sembra volersi placare lo tsunami di reazioni che ha travolto Arisa, lo scorso fine settimana incappata in una discussa intervista a La Confessione, su Nove. La cantante ha espresso il proprio sostegno a Giorgia Meloni, giustificando la premier e le sue politiche omotransfobiche, per poi lasciarsi andare a pesantissime dichiarazioni sul Pride e sulla comunità LGBTQIA+.

Domenica pomeriggio, in diretta su Rai1, Arisa è tornata ad affrontare l’argomento, senza però mai chiedere scusa nè fare un passo indietro, ribadendo la propria vicinanza alla comunità LGBTQIA+ nazionale, annunciando la propria presenza ai Pride di Roma e Milano. Nella notte, via social, la giudice di Amici ha invece fatto un passo indietro, svelando che non parteciperà alle due manifestazioni.

Cari ragazzi e ragazze mi spiace immensamente per il momento che stiamo vivendo e spero che col tempo potremo di nuovo comunicare. Per adesso sono solo insulti pesanti pesantissimi da parte vostra che non so come decifrare. Oggi al mio manager è stato consigliato da parte degli organizzatori, di dirmi di non presentarmi al Pride di Milano a causa dell’ipotesi che alcuni membri della comunità possano in qualche modo mettermi in imbarazzo, io sarei venuta volentieri, però se ho fatto qualcosa di così tanto grave da meritare un trattamento così esclusivo, credo che non parteciperò neanche al pride di Roma. Mi dispiace davvero tanto. Buon Pride a tutti, divertitevi anche per me, vi auguro di trovare un piano di svolta e di realizzare i vostri sogni legittimi per essere felici. Ve lo auguro davvero dal profondo del cuore. Io continuerò a vivere frequentando gli amici di sempre e mi farò raccontare“.

Arisa ha poi voluto aggiungere una postilla: “La diversità è fatta di opinioni, di esperienze e di modi di vedere la vita. La diversità è ricchezza. Me l’avevate insegnato voi. Non condannate la gente perché non la pensa esattamente come voi, magari quella gente lì vi ama lo stesso, ma voi pensate di no. I tempi cambiano, le mamme imbiancano, i fiori sbocciano e poi appassiscono, e poi rinascono. Bisogna lavorarci è crederci sempre. Se vi giocherete la carta dell’amore vincerete sempre. Ciao ciao LGBTQ+ people, auguri. Con affetto, Arisa“.

Una lettura ad hoc, quella costruita da Arisa, che vorrebbe la comunità LGBTQIA+ nazionale come una testuggine censorea, incapace di ascoltare le opinioni altrui, anche se differenti. La fantomatica “carta dell’amore” può funzionare in un film hollywoodiano, ma quando c’è da combattere giorno dopo giorno con un governo orgogliosamente nemico, che ti insulta, discrimina e diffama quotidianamente, capitanato da una premier che schiuma rabbia nei nostri confronti, non ci sono carte d’amore a cui potersi appellare. Ci sono centinaia di famiglie arcobaleno fondate sull’amore che questo governo vuole cancellare.

Viviamo in Italia, questo non è il Paese di Iridella, e Arisa sbaglia ulteriormente nel continuare ad alimentare questa presunta visione fascista della comunità, sentitasi semplicemente tradita, per l’ennesima volta, da un’artista che si credeva alleata, incoronata madrina ad un Pride che solo oggi lei ha avuto il coraggio di dissezionare, facendo distinzione tra ‘macchiette’ e ‘gente normale’. Ti sarebbe bastato chiedere scusa per simili indecenti affermazioni, cara Arisa. Non l’hai fatto. Hai preferito puntarci il dito contro, facendoci passare per isteriche e violente mitomani. Ai tuoi amici di sempre prova a chiedere dove hai sbagliato. Ascoltali. Forse un giorno capirai.

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