Lo scorso novembre a Ravenna ha preso forma la campagna “Insieme si può“, a promozione del Centro Antidiscriminazioni LGBTQIA+ cittadino, realizzata da Arcigay con il sostegno di Unar – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali.
Nei manifesti affissi in città si vedono Maria, madre di un adolescente trans che non sa come supportarlo; Karim, che ha paura di fare coming out con la sua famiglia musulmana perché teme di essere buttato fuori di casa; Fra, una persona trans che prima di intraprendere il percorso di transizione giocava a calcio ed ora ha paura di essere bullizzata dai compagni di squadra; e infine Chiara e Giovanna, che stanno per avere un bambino ma non sanno se il Comune trascriverà il suo certificato di nascita.
Ed è al cospetto di questa innocua immagine che si è scatenata l’eurodeputata leghista Alessandra Basso. Dinanzi a simile campagna, che è stata realizzata grazie anche al Fondo Sociale Europeo (Fse), Basso ha tuonato:
«Diciamo basta a un’Europa che, dopo essersi spesso dimostrata poco rispettosa delle nostre tradizioni, ora lo è di fatto anche delle nostre leggi, sostenendo finanziariamente una campagna di comunicazione, come quella veicolata dai manifesti apparsi a Ravenna, che propongono apertamente un modello che la nostra normativa non consente. In Italia non è consentita la registrazione nell’atto di nascita dei bambini nati da coppie dello stesso sesso. In Italia il ricorso alla maternità surrogata è vietato dall’articolo 12, comma 6, della legge 40/2004 e la Camera ha già votato la proposta di legge che introduce il reato universale per questa pratica. Queste sono le leggi del nostro Paese e l’Ue deve portare loro il dovuto rispetto. Le donne non si noleggiano, i figli non si comprano: questi sono per noi principi inderogabili. Non è accettabile che i soldi dei cittadini europei vengano utilizzati così: io stessa chiederò spiegazioni Bruxelles e inviterò tutte le istituzioni coinvolte a fare chiarezza».
A darne notizia il sito RavennaEDintorni. Da Bruxelles, molto probabilmente, nessuno mai replicherà alla 56enne Basso, eurodeputata dal 2019, membro della Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, membro della commissione AIDA, Intelligenza Artificiale, e membro sostituto nelle commissioni JURI e DEVE. D’altronde lo stesso Consiglio d’Europa ha pubblicamente criticato l’Italia, sottolineando come “gli attacchi alla comunità LGBTQIA+” siano “violazioni dei diritti umani”, mentre la Commissione UE ha ribadito come sia fondamentale “riconoscere le famiglie arcobaleno in tutta Europa”. Bel Paese compreso.
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