Nella puntata di Ciao Darwin in onda martedì 20 la sfida è tra eterosessuali e gay. Abbiamo chiesto di raccontarcela in anteprima a uno dei partecipanti: Elia Prisco, ventenne fiorentino serenamente dichiarato in famiglia e con gli amici, con una smodata passione per lo spettacolo, come si desume dai sogni nel cassetto curiosamente assortiti: condurre un programma per bambini e diventare una pornostar…
Non proprio. Il sogno vero è il programma per bambini, visto che so lavorare di bricolage e art attack. Però sono curioso e se mi capitasse un’esperienza diversa e scoprissi di avere stoffa, beh, perché no?
Etero contro gay: vogliamo svelare chi ha vinto?
Noi, naturalmente. E di circa 200 punti. Anche se, a sorpresa, siamo stati sconfitti nel canto.
Tu hai gareggiato?
Mi ero proposto per la prova di coraggio ma non si è potuta fare. Però sono riuscito a dire che, se ci stiamo avvicinando a un’Europa dove gli omosessuali sono perfettamente integrati, allora non vedo perché da noi si debba ancora impedire una vita serena a chi ha un orientamento diverso rispetto alla maggioranza. Non capisco che problemi potremmo creare a loro o loro a noi.
I vostri avversari sono stati civili?
Civili?!? Quando uno di noi ha ironizzato: "Siamo sicuri che di là sono tutti etero?", sembrava li avessimo offesi a morte: "Noi siamo etero, mica come te che sei finocchio". Ma non so se andrà in onda, visto che abbiamo registrato per sette ore. Inoltre, già durante le prove un tentativo di talk show non ha funzionato. Allora Bonolis ci ha detto di stare tranquilli e di comportarci diversamente da loro, con rispetto, educazione, intelligenza. Lui ha simpatizzato molto di più con noi. Ad uno degli etero che ripeteva in continuazione che gli piaceva una delle ballerine da saloon, ha detto scocciato: "Abbiamo capito che le piacciono le donne, ma adesso può giocare con noi e cercare di far vincere la sua squadra?"
"Noi siamo etero, mica come te che sei finocchio" Come è dal vivo Bonolis? Non sembra tutto un po’ artificiale?
No, è veramente così. A parte un paio di sketch preparati con i due capisquadra, il programma è vero. Non è che a telecamere spente o durante le prove lui avesse un altro atteggiamento, anzi era ancora più naturale. È un cavallo di razza, sempre e comunque positivo, e mi auguro che il feeling che è nato tra di noi risalti anche in televisione.
Chi erano i capisquadra?
Costantino della Gherardesca e Califano, che però sembrava disinteressato alla trasmissione: alla sfida dei monitor non riusciva nemmeno ad associare Ratzinger e Garibaldi, che ha chiamato Giovanni. Si è svegliato dal letargo solo quando uno ha detto che gli uomini veri siamo noi perché sappiamo ascoltare le donne, al contrario di loro che le usano: non capiva in che senso le donne si sentissero usate ma intanto chiamava "galline" il pubblico femminile in sala perché dava ragione a noi.
Il pubblico era dalla vostra parte?
Per nulla. Intanto perché era diviso nettamente a metà tra uomini e donne, e in mezzo al branco dei maschi pochissimi hanno avuto il coraggio di applaudirci: perfino quando hanno sfilato le nostre ragazze (c’era anche la bellissima pornostar Brigitta Bulgari) sono rimasti impassibili. Ma la cosa più sconcertante erano le donne che applaudivano certi discorsi deliranti degli etero.
Al di là della vittoria, sei soddisfatto dell’esperienza? Non è solo un modo ridicolo di trattare il tema?
Mi è piaciuto conoscere gente in quel contesto. A Firenze sembra di stare in un ghetto, i locali hanno un’aria losca. Nelle metropoli europee è diverso ma anche certi posti di Roma o di Milano sono piacevoli: puoi chiacchierare, prendere un aperitivo o ballare senza sentirti squadrato. E comunque, personalmente trovo più ridicolo il gay pride: ricordo che anni fa ero addirittura spaventato da certe esagerazioni. In trasmissione invece eravamo normalissimi. Perfino Costantino era sobrio!
Credi davvero che possa servire a qualcosa?
Per me fino a pochi anni fa l’omosessualità era un pianeta sconosciuto e spaventoso, associato alla trasgressione e alle malattie, e penso ci siano ancora adesso tanti ragazzi repressi o spaventati. Per loro può essere importante vedere un programma popolare e divertente con un gruppo affiatato di gay che cercano di far valere le proprie idee. Anche una delle ragazze avversarie ha fatto un intervento a nostro favore (poco apprezzato dai suoi compagni): "Io sono etero ma li rispetto e penso che abbiano tutto il diritto di vivere una vita serena, perché sono individui tali e quali a me". Penso che arriverà un messaggio molto chiaro ai gay: siamo molto diversi tra noi ma uniti siamo più forti e possiamo vincere.
di Flavio Mazzini
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