L’Afghanistan è rapidamente scomparso dai telegiornali e dalle prime pagine dei quotidiani nazionali, perché le vacanze estive sono finite, il parlamento italiano ha riaperto i battenti e siamo alle battute finali della campagna elettorale per le amministrative, ma i talebani continuano a seminare terrore in lungo e in largo, concentrandosi soprattutto su donne e persone LGBT.
Alberto Cairo, responsabile del Programma di Riabilitazione Fisica del Comitato Internazionale della Croce Rossa in Afghanistan, ne ha parlato dalle pagine de LaRepubblica, firmando un diario da Kabul dal titolo inequivocabile: “Un muro di pietre contro gli omosessuali“. Cairo ha ricevuto decine di messaggi d’aiuto da parte di afghani che vogliono lasciare il Paese. Uno in particolare gli è rimasto impresso.
“Tre settimane fa, quando l’aeroporto era un inferno, mi telefonò un reporter che conosco bene. Chiedeva consiglio per fare partire il suo traduttore afghano. Disse che era in grande pericolo. Domandai qualche spiegazione. Rispose che era omosessuale“. Al traduttore era stato promesso un posto aereo per gli USA, ma voleva un piano B, una via di fuga alternativa, nel caso in cui quel posto non si materializzasse. Cairo promise di informarsi, il reporter che l’avrebbe richiamato. Non è mai successo. “Presumo che il suo traduttore sia al sicuro. Sono contento per lui”, scrive Alberto, per poi soffermarsi sulla condizione degli omosessuali nell’Afghanistan a guida talebana.
Dell’omosessualità qui non si parla. O solo per condannare e deridere. Una volta mi chiesero se in Europa due uomini potessero veramente sposarsi e perché. “Non in tutti i Paesi, se si amano perché no?”, risposi, lasciandoli sgomenti. “E la gente che dice?”. “C’è chi non approva, ma la legge lo consente. Fatti loro se sono adulti”. In Afghanistan la religione, legge e tradizione sono contro. Quest’ultima in maniera ambigua. In un Paese con una così netta separazione tra uomini e donne, atteggiamenti affettuosi tra persone dello stesso sesso sono tollerati. Tra i ragazzi succede, ammettono, subito insistendo sia una fase transitoria. Passa. E se un adulto continua a frequentare adolescenti, importante è che resti uomo, virile. Per gli effeminati non c’è perdono. L’omosessualità femminile non è presa neanche in considerazione: Due donne che si danno piacere? Inconcepibile. Ogni confusione di genere, ogni infrazione di schema mette gli afghani in allarme. Avevamo alcune impiegate che preferivano vestire abiti maschili. Mentre erano ben accolte dalle colleghe, ebbi non pochi uomini nel mio ufficio a chiedere perché mai fossero state assunte. “Sono donne o cosa?”. Risposi che lavoravano benissimo, capitolo chiuso. Tremenda è la morte invocata dai talebani: un muro di pietre è fatto crollare loro addosso. Negli anni novanta ricordo il caso di un condannato che sopravvisse. Perdonato perché scampato, venne portato in ospedale. Volò dal quinto piano.
Un diario dell’orrore quotidiano dall’Afghanistan tornato in mano ai talebani. Perché anche se non se ne parla più come un mese fa, l’omotransfobia prosegue.
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E c'è anche che minimizza questo pericolo incombente nel mondo civile dell'Islam e delle sue leggi coraniche! Quando si capirà che è in atto una guerra sospesa a Lepanto e sotto le mura di Vienna?