Dalla presidente di Arcilesbica nazionale, Cristina Gramolini, arriva la richiesta di modifiche al ddl Zan, come proposto da Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Italia Viva. Dalla presidente dell’associazione, piovono parole sconfortanti:
Non posso essere accusata di avere simpatia per Renzi, ma ha ragione. Rivediamo i punti più controversi e approviamolo rapidamente.
Io sono attivista lesbica da una vita, ho 58 anni, insegno in un liceo, ma è da quando facevo la supplente che so cos’è la paura: di essere discriminata, insultata, aggredita. Perciò vorrei che il ddl venisse approvato: è importante che un Paese stabilisca che l’omotransfobia è una cosa brutta, da punire in modo esemplare.
Il “ma” di Arcilesbica che apre a modifiche
Nulla di più vero, nel commento di Gramolini. Se non ci fosse un “ma”:
Però va cambiata. Così com’è non va bene. Lo diciamo da mesi. Da quando il testo era in discussione alla Camera abbiamo scritto, fatto delle riunioni con Alessandro Zan per spiegargli che in quegli articoli ci sono grossi rischi di interpretazione che spalancano le porte a scenari aberranti.
Ma di quali scenari parla la presidente di Arcilesbica nazionale, si domanda la giornalista Giovanna Vitale, che conduce l’intervista per Repubblica:
Senza modifiche, chi critica le persone che vanno all’estero a fare la Gpa potrebbe essere denunciato per omofobia.
Arcilesbica si è sempre schierata contro la Gpa, ma il ddl Zan non punisce chi è contro la gestazione per altri. E tira quindi in ballo la legge contro l’omotransfobia approvata in Emilia Romagna:
Bonaccini in Emilia Romagna ha fatto una legge contro l’omotransfobia, nel 2019, in cui c’è scritto chiaramente che la Regione non finanzierà quelle associazioni che promuovono la surrogazione di maternità. Perché allora non inserirlo anche nella norma nazionale?
Forse perché il ddl punta a tutelare le vittime di discriminazioni sessuali e aggressioni di stampo omofobo?
Nuove proposte che affossano il ddl Zan
Cristina Gramolini, in definitiva, apre alle modifiche.
Anche se questo affosserà inevitabilmente il ddl Zan, per tornare alla Camera con un nuovo testo, che dovrà essere discusso e approvato in Commissione prima e in aula poi. Per tornare quindi al Senato e affrontare lo stesso iter.
Senta, io vengo dalla militanza in Rifondazione, non posso certo essere considerata renziana. Però Renzi ha detto una cosa di buon senso: rivediamo i punti più controversi e poi stringiamo un patto solenne fra tutte le forze politiche per approvarla subito alla Camera. Mi pare che Lega e Fi siano d’accordo e ritengo ottuso pretendere di non cambiarla di un millimetro pur in presenza di pesanti controindicazioni. Soprattutto sull’identità di genere
Ed è proprio lì che si scatena lo scontro: identità di genere.
Specificare che l’identità di genere è “l’identificazione percepita di sé” anche se “non corrispondente al sesso” significa aprire un varco all’autodefinizione legale di genere. Basta dichiararsi donna all’anagrafe per diventarlo. Ed è sbagliato.
È sbagliato, per Arcilesbica, che una persona possa fare tutto il possibile per essere sè stessa: “Nuoce ai diritti delle donne, alle nostre poche quote, alle nostre poche pari opportunità, ai nostri sport subalterni che non possono essere ceduti al primo uomo che si alza un giorno e decide di dichiararsi femmina. Fra poco ci sono le olimpiadi. Se un maschio dice che si sente donna e vuole partecipare ai tornei, con la Zan lo può fare. Pensiamo a Valentina Petrillo, una trans italiana che intende concorrere alle competizioni femminili. L’espressione “identità di genere” è troppo ampia. Basterebbe estendere la definizione di transessuale, già prevista da una legge dello Stato, anche a quelli che sono nel percorso della transizione, non solo a chi lo ha completato”.
Insomma, meglio archiviare il ddl Zan e approvare un contentino che non tutelerà le vittime di omotransfobia, misognia e abilismo. “Per me questa è una cattiva legge perché minaccia i diritti delle donne e ingenera solo confusione e problemi, aprendo a contenziosi legali a pioggia che pagheremo tutti“. Questo il senso del pensiero di Arcilesbica nazionale.
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