DDL ZAN: se il tradimento arriva da sinistra. Anche i dem Taricco e Cerno chiedono modifiche

Tutto questo, strano a dirsi, sulla pelle di chi da decenni attende una legge di civiltà, già approvata nella stragrande maggioranza del Vecchio Continente. La nostra pelle.

DDL ZAN: se il tradimento arriva da sinistra. Anche i dem Taricco e Cerno chiedono modifiche - Enrico Letta PD DDL ZAN - Gay.it
3 min. di lettura

Enrico Letta lo va dicendo da settimane. Il DDL Zan va votato così com’è. Nessuna modifica, va blindato e approvato come già accaduto alla Camera dei Deputati lo scorso novembre. Eppure dal Pd continuano a levarsi singole voci critiche, da quel Senato dove ogni voto sarà fondamentale per portare a casa la legge.

Tommaso Cerno, ex direttore dell’Espresso nonché gay dichiarato, ha oggi definito “scritta male” la parte del DDL che “riguarda i reati di opinione e l’identità di genere“, chiedendo di lasciarla in sospeso. Intervistato da Libero, Cerno si è appellato al suo partito: “Sarebbe folle creare una crisi di governo per una parte di legge scritta male. Idem ricordino che non è un testo intoccabile: Zan non è Mosè e non ha ricevuto le tavole della legge dal dio dei gay“.

Il senatore Pd ha parlato di “sinistra irresponsabile“, se non fosse che di “sinistra”, dinanzi a partiti che si scannano in pubblica piazza alimentando disinformazione su un DDL che andrebbe semplicemente a tutelare persone ancora oggi vittime di discriminazione, ci sia rimasto ben poco. L’area progressista che guarda alla Lega e strizza l’occhio al Vaticano, come accaduto con il deputato LeU Stefano Fassina, che dopo aver votato il DDL alla Camera si è detto pentito, perché promuoverebbe una “visione antropologica“, un “progetto ideologico” che a suo dire sarebbe a rischio “incostituzionalità“. Fassina, che il mondo intero  aveva dimenticato fosse ancora parlamentare, ha chiesto di fatto di eliminare le persone transgender dal DDL. “Un controsenso“, ha attaccato Fratoianni di Sinistra Italiana via Huffington Post, “per chi ha accettato la candidatura in una lista di sinistra che si chiamava ‘Liberi e Uguali’”.

Ed è sempre dal Pd, con l’ex Margherita Mino Taricco, che si levano oggi voci dubbiose, alimentando tensione in prospettiva voti segreti. “Sono convinto che ci sia spazio per un buon lavoro di mediazione sul ddl Zan, è importante farlo per una legge così delicata. Vedrò come comportarmi, ci penserò al momento”, ha precisato al Corriere della Sera, facendo intendere di poter votare contro. Al centro delle perplessità del senatore, quell’identità di genere ormai diventata incomprensibile spauracchio politico. “Ci troviamo di fronte a un utilizzo improprio di una sede dove si trattano le definizioni che non sono funzionali alla legge”, ha sottolineato Taricco. “Quello che stiamo facendo noi è una legge di natura penale. Questo aspetto di definizione apre, tra l’altro, un tema molto complesso che riguarda il fronte del rapporto uomo-donna”.

Parole che lasciano sgomenti, che seguono i dubbi espressi nelle settimane passate da altri senatori del Partito Democratico come Valeria Fedeli, Andrea Marcucci, Stefano Collina e Valeria Valente, pubblicamente messi in riga dal segretario Letta, che ha chiesto unità e voto blindato a palazzo Madama. E se Renzi, Faraone & Scalfarotto hanno applaudito le proposte di modifica firmate Ostellari (via l’identità di genere dalla legge), la ministra per le pari opportunità Elena Bonetti, via Sky Tg24, ha oggi rilanciato l’ipotesi intesa: Quando si fa politica e si ha un obiettivo importante che è quello di dotare il nostro Paese di una legge che contrasti l’omofobia bisogna lavorare per avere una proposta concreta che lo realizzi, costruire su questa proposta un consenso trasversale, questa è la democrazia“. Peccato che da due anni a questa parte non si parli di legge “contro l’omofobia”, bensì di legge “contro l’omoTRANSfobia”. Escludere le persone transgender dal DDL vorrebbe dire dar vita ad una legge discriminatoria, se non incostituzionale. Escludere i più discriminati tra i discriminati sarebbe criminale, e assai poco democratico.

In un’aula del Senato in cui la maggioranza si gioca sul filo di pochi senatori (i “renziani” sono 17), queste perplessità espresse a mezzo stampa a pochi giorni dalla discussione generale non fanno altro che alimentare paura, rabbia, fastidio. Con Italia Viva che ha contribuito ad intossicare il dibattito sulla legge, chiedendo e proponendo irricevili modifiche al DDL dopo averlo votato e in parte scritto alla Camera, la sinistra progressista (?) indossa gli abiti del centro clericale incapace di guardare oltre Tevere, facendo spaventosamente da sponda a una delle destre di Governo più estremiste d’Europa. Tutto questo, strano a dirsi, sulla pelle di chi da decenni attende una legge di civiltà, già approvata nella stragrande maggioranza del Vecchio Continente. La nostra pelle.

Il 13 luglio inizierà la discussione generale al Senato. Prepariamoci al peggio.

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Franzc Dereck 8.7.21 - 12:15

Ed in caso di "peggio" , questi nominativi appastoiati alle gerarchie della CEI , faranno bene a chiedere protezione . E questa non è una minaccia , ma una promessa.

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