La polizia russa ha arrestato una decina di attivisti LGBT ieri 1° maggio a San Pietroburgo nel corso di una protesta contro gli abusi nei confronti degli omosessuali in Cecenia denunciati da Novaya Gazeta. Da circa un mese il giornale pubblica reportage per diffondere quel che sta accadendo alla comunità LGBT: la polizia cecena infatti sistematicamente arresta, tortura e uccide le persone sospettate di essere omosessuali.
Alcuni giornalisti presenti sulla scena hanno dichiarato che gli attivisti arrestati hanno urlato “Kadirov (il leader ceceno filo-Cremlino, ndr) all’Aia“: la comunità LGBT infatti chiede a gran voce che il leader ceceno Ramzan Kadyrov sia processato presso la Corte internazionale di giustizia de L’Aia.
Come si vede dalle immagini i manifestanti hanno occupato le strade di San Pietroburgo sdraiandosi ricoperti di sangue, per sottolineare l’orrore che si sta compiendo in Cecenia; a causa di questa protesta shock sono stati accusati di “propaganda omosessuale” e una decina di manifestanti sono stati trascinati via dalla polizia: per loro si sono aperte le porte del carcere, mentre almeno un ragazzo è stato portato via in ambulanza perché svenuto.
Il giornale russo Novaya Gazeta, che per primo ha pubblicato le scioccanti notizie dei lager ceceni, riferisce inoltre che le autorità cecene stanno utilizzando i social network e le app come Grindr e Tinder per attirare e imprigionare gli omosessuali.
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