L’altra sera durante una diretta Instagram, Madonna si è divertita a fare qualche promessa da marinaio, accompagnata da un calice di vino.
Quando le hanno chiesto se ha intenzione di tornare in tour, lei ha sganciato la bomba:
“Certo che sì. Negli stadi.” ha risposto “Io con Britney, che ve ne pare? Potremmo riproporre il bacio originale”.
Un pensierino detto così in goliardia, ma tanto è bastato per far saltare sulla sedia noi povere sceme.
Perché quel bacio ce lo ricordiamo bene.
Era solo il 2003, quando esibendosi agli Mtv Video Music Awards, Madonna baciò Britney in mondovisione. Ha baciato anche Christina Aguilera, ma la telecamera l’ha liquidata rapidamente, concentrandosi sulle due bionde e la reazione del pubblico. E per pubblico intendiamo Justin Timberlake.
“Fu strano. L’hanno tagliato per dare priorità alla reazione di Justin.” dirà Aguilera a distanza di anni, definendola una “scelta scadente”.
Ma per chi era davvero quel bacio? E cosa ha significato per la cultura pop?
Sì, era anche in funzione dello sguardo maschile. Una libera provocazione che piuttosto che concentrarsi sul desiderio femminile, esclude una delle due e preferisce dare priorità alle fantasie dell’uomo etero di turno.
Ma con tutte le problematicità del caso, quel bacio, così inappropriato e oltraggioso, ha dato una scossa alla rappresentazione LGBTQIA+ nei media, in particolare per quanto riguarda le donne queer.
Nello stesso anno Ellen Degeneres faceva coming out come lesbica.
Jennifer Aniston baciava Winona Ryder in Friends per puro caso.
Willow e Tara in Buffy L’Ammazzavampiri portavano sul piccolo schermo una relazione tra due donne priva di stereotipi o luoghi comuni.
Solo un anno dopo, sarebbe arrivata su Showtime The L Word, storica serie tv per la comunità lesbica, in grado di esplorare (pur con tutti i limiti dell’epoca) vari lati del desiderio femminile.
Per quanto performativo e a favore del male gaze, quel bacio trovava spazio anche per un erotismo più frivolo, divertito e superficiale (perché il sesso è anche questo). Non confinava le donne queer in una cornice esclusivamente romantica da film rosa, ma le rendeva anche sessualmente libere e sfrontate.
Quella sera a farlo, furono le tre artiste più influenti del panorama musicale, punto di riferimento per l’intera comunità e fedeli alleate.
Abbastanza potenti da usare la propria piattaforma per scuotere l’occhio puritano dell’epoca, normalizzando qualcosa che oggi, per fortuna, ci sconvolge sempre di meno.
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