Persino il Brasile dell’omofobo presidente Jair Bolsonaro ha dovuto cedere ad una legge contro l’omotransfobia più aspra rispetto a quella vigente. O almeno ci sta provando. Nella giornata di mercoledì il Senato ha approvato un disegno di legge che andrà ad ampliare le sanzioni nel caso dei reati commessi per razzismo, etnia, religione, identità nazionale o orientamento sessuale. Ora il testo dovrà superare il voto alla Camera.
La discriminazione e il pregiudizio basati su etnia, colore della pelle, identità nazionale e religione sono già un crimine, così come la Corte suprema federale (STF) ha riconosciuto nel 2019 i crimini dettati dall’omotransfobia, ma ora si andrà incontro ad un inasprimento della pena, se dovesse passare anche alla Camera. Tutto questo per rispondere al brutale omicidio di João Alberto Silveira Freitas, giovane di colore picchiato a morte da due guardie giurate in un supermercato di Porto Alegre.
La pena attuale per simili reati prevede la reclusione da tre mesi a un anno, oltre ad una multa. Con l’aggravante, la pena prevista vedrà la reclusione da uno a quattro anni, oltre a una multa.
Nel 2019 sono state 329 le morti violente di persone LGBTQIA in Brasile. Si parla di 297 casi di omicidio e 32 suicidi. Nel 2018 furono 420. Negli ultimi anni, ovvero da quando Bolsonaro è diventato Presidente, la percezione di insicurezza delle persone LGBT brasiliane è salita al 92.5%, con il 51% che ha riferito di aver subito aggressioni o discriminazioni.
Fonte: RioTimesOnLine
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La seconda buona notizia per la comunità LGBTQI+ brasiliana dopo le recenti votazioni comunali in cui 4 candidat* trans e Monica Benicio, la vedova di Marielle Franco, sono stat* elett*.
Con la speranza che anche il Senato italiano voti presto la legge contro l’omotransfobia, approvandola definitivamente.