“Ho due mamme, è fico.” esordisce una piccola Margherita all’inizio del suo documentario.
Il corto si intitola “Chiedimi se..” e racconta in sedici teneri minuti la sua famiglia, composta da lei, i fratelli Toto, Jo, e Asti, e le due mamme Francy e Mary.
Margherita, figlia e regista, ripercorre la storia d’amore di Francy e Mary ancora prima che nascesse: nel 1989, al Sottomarino Giallo, discoteca gay di Milano, frequentata dalle lesbiche dell’epoca.
“Si incontravano tra tutti i loro giri di amiche, e talvolta si fidanzavano tra di loro“, racconta Margherita. Francesca era fidanzata all’epoca, ma non potè fare a meno di notare Mary, o anche “la ragazza dagli occhi di ghiaccio“.
Nel 1989 appartenenere all’altra sponda non era proprio una passeggiata di salute: al tempo era praticamente impossibile che due donne potessero avere una relazione seria e mettere su una famiglia.
Le due si rincontreranno qualche anno dopo a Parigi, entrambe single.
Mary chiede di uscire a Francy, o forse è Francy che lo chiede a Mary: “Ognuna racconta una versione diversa”.
Così, scoppia la scintilla.
Dopo otto viaggi ad Amsterdam e otto tentativi, nasce “una bimbetta iperattiva e molto più bionda degli altri bambini italiani” di nome Margherita. Nel 2002 nasceranno anche Jo e Rasti, e siccome Mary e Francy di figli ne avrebbero voluti quattro, nel 2006 arriva anche Toto.
Mary e Francy si sposeranno a Barcellona, celebrando il loro nido d’amore.
Tuttavia, Mary e Francy devono fronteggiare tutta l’omobitransfobia del nostro paese: i presunti diritti dei bambini, essere considerate contronatura, la pretesa di una famiglia “naturale” infarcita dal solito commentario spicciolo di una certa classe politica.
Avversità incluse, la loro famiglia, insieme a tante altre, vive tutto alla luce del sole, rispondendo apertamente a qualunque accusa, senza la minima intenzione di piegarsi ad un sistema giuridico che si rifiuta di riconoscerle :”Che si mettessero gli occhiali” ribattono a chi dice che le famiglie arcobaleno non esistono.
Il titolo del documentario nasce proprio in seguito ad una delle tante dichiarazioni omobitransfobiche che Margherita ha sentito alla tv quando aveva tredici anni: “Chi meglio di me può spiegare cosa vuol dire avere genitori omosessuali?” dice oggi Margherita Fiengo Pardi alla Stampa. A chi dichiara che è meglio non essere mai nati piuttosto che avere due mamme, risponde: “Chiedilo a me, chiedimi se è davvero così, volevo dire allora – oggi lo posso dire meglio, e l’ho detto con le immagini, e con quel titolo“.
Negli ultimi minuti il voice-over inizia ad elencare tutta una serie di scenari ipoteticamente peggiori dell’avere due genitori omosessuali – dalla guerra al patire la fame, dall’avere dei genitori tossicodipendenti all’essere orfani o lavorare per mantenere la propria famiglia – e nonostante le buone intenzioni scade in una retorica un po’ paternalista e approssimativa, rischiando di appiattire un messaggio commovente e forte come quello iniziale.
Ingenuità a parte, il documentario riesce a scaldare cuore e anima.
È una piccola grande storia che con garbo e semplicità racconta la realtà di tantǝ, tra gioie e ostacoli.
Per questo vale la pena raccontarla.
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