Comunità LGBT a destra: dall’Italia al Brasile, i membri che appoggiano i candidati conservatori

Meglio la lotta all'immigrazione clandestina o per i diritti LGBT?

comunità lgbt
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Italia, Francia, Germania, Brasile e Stati Uniti d’America sono i principali Paesi teatro di una strana migrazione sulle preferenze politiche. Molti membri della comunità LGBT negli ultimi 3 anni hanno deciso di appoggiare partiti di destra, talvolta estrema. Ne sono un esempio il Brasile e gli USA, dove i presidenti Jair Bolsonaro e Donald Trump hanno addirittura un’associazione ciascuno composte da persone omosessuali che li appoggiano. Stessa cosa in Francia, dove il Front National di Marine Le Pen ha ottenuto successo anche tra la comunità LGBT. E la Germania? L’AfD (partito di destra) ha guadagnato una buona parte di preferenze dagli elettori LGBT, forse grazie alle xenofoba e lesbica leader, Alice Weidel. Per non parlare poi di casa nostra, dove Matteo Salvini è riuscito a far breccia nel cuore di coloro che attacca quasi quotidianamente.

Tutti questi partiti e personaggi hanno un carisma che attrae gli elettori che non hanno una salda fede politica, o che cercano una figura nuova dopo le delusioni subite nel corso degli anni. Quello guarda all’economia ma non pensa all’ambiente, l’altro pensa alla sicurezza ma è contro i matrimoni omosessuali, l’altro ancora attira perché è diretto, fiero delle sue convinzioni, poco importa se vuole eliminare i diritti LGBT. Come accade spesso, diciamo che si vota il meno peggio. Ma a tutto c’è un limite.

Più sicurezza e lavoro: ecco perché si guarda a destra

  • Partiamo dai nostri vicini. In Francia, i membri della comunità LGBT intervistati in vista delle elezioni politiche del 2017, hanno affermato che sono consci del fatto che Marine Le Pen sia omofoba. Ma guardano anche agli altri punti del suo programma. Difatti, se intendeva indire un referendum sul matrimonio egualitario (che intende abolire), aveva proposte interessanti anche sul tema della disoccupazione, dell’economia e del debito pubblico. Quindi, accantonato il rischio di perdere i diritti conquistati, era vista come una figura che avrebbe potuto far il bene del Paese. Riguardo l’abolizione del matrimonio egualitario, gli intervistati parlano di un bluff, proposto solo per comprare il voto dei conservatori indecisi. L’app Hornet aveva inoltre rilevato che 1 utente su 5 avrebbe votato il Front National, poco interessati alle restrizioni dei diritti LGBT. Forse, la presenza di alcuni membri omosessuali all’interno del partito l’hanno dipinta meno omofoba di quello che sembra. Anche se visti i temi su cui fonda il suo gruppo, non si direbbe.
  • In Germania, il successo del partito di estrema destra AfD è giustificato in altra maniera. La leader Alice Weidel, come già detto, è dichiaratamente lesbica. Ma ha puntato il suo programma sulla lotta all’immigrazione clandestina, e in particolar modo su gli stranieri di fede musulmana. Sapendo di quanto sia malvista l’omosessualità dall’Islam e come l’Isis giustizia gli omosessuali, i tedeschi LGBT hanno visto una sorta di protezione nella Weidel e nel suo programma xenofobo, presentando gli immigrati musulmani come un nemico comune.
  • In Brasile, nel 2018, 300 omosessuali sono stati assassinati. A salire al potere, è un nostalgico della dittatura militare, anti aborto, a favore della pena di morte e della tortura, xenofobo e naturalmente omofobo. E’ stato lui a dire che sarebbe meglio un figlio morto piuttosto che gay, o che aggredirebbe due ragazzi che si baciano per strada. Nel secondo giorno di mandato, ha eliminato i diritti per la comunità LGBT concessi dalla precedente amministrazione. Un nemico della comunità LGBT. E invece, il gruppo “Gays com Bolsonaro” conta 22.000 follower su Instagram. Non guardano alle opinioni del neo presidente, ma al Brasile. E sventolano la bandiera rainbow con una mano, difendendo il presidente omofobo con l’altra. E rischiando di essere aggrediti, se non uccisi, solo per il loro orientamento sessuale.
  • Negli Stati Uniti, la situazione non è diversa. L’associazione “Gays for Trump”accoglie al suo interno tutti gli LGBT repubblicani. Sono il 20% dell’intera comunità, e danno poca importanza all’integrazione e alle offese che il tycoon lancia verso le persone trans. Guardano all’immagine del loro Paese. A loro interessa che l’America rialzi la testa, torni a essere forte, guerrafondaia. Al diavolo i diritti! Nel frattempo, la sera della sua elezioni, un ragazzo gay è stato picchiato da dei coetanei sostenitori di Trump. E le persone trans non potranno servire l’esercito. Con il silenzio dei “Gays for Trump”.
  • Ma guardiano finalmente a casa nostra. Anche qui, la situazione non è tanto migliore, per certi versi. Ognuno può avere la sua idea sui metodi per regolare l’immigrazione, gestire l’economia e la crescente disoccupazione. Ma sarebbe folle affermare che questo governo sia pro-LGBT. Partiamo con il ministro degli Interni, Matteo Salvini, che non parla nemmeno della comunità se non per attaccare le famiglie omogenitoriali. Proseguiamo poi con il senatore leghista Simone Pillon, colonna portante del Family Day, e il collega ministro della famiglia Lorenzo Fontana, secondo il quale le famiglie gay non esistono. La linea del partito su questo tema è chiara a tutti. Fino a pochi anni fa, la comunità LGBT non era presa in considerazione, quindi gli elettori sceglievano un partito in base ai punti del suo programma elettorale. Oggi, non è più così, perché ora nella maggioranza ci sono politici che vogliono attaccare la comunità stessa. Come si è potuto arrivare a questo punto? Disoccupazione, immigrazione, sicurezza. Sembra un disco rotto, ma la maggioranza degli italiani ha così deciso, come negli altri Paesi. Si sono fidati di chi assicurava di fermare gli sbarchi, di chi avrebbe dato loro un sussidio, di chi  gli ha detto di non avere più paura dello straniero. Anche qui, il lato omofobo è stato messo da parte, dando la precedenza al punto forte dei partiti di destra: gli extracomunitari.

Il punto comune: la paura

La paura degli immigrati ha fatto effetto. E la comunità LGBT, anch’essa preoccupata, si è allineata.  Paura reale o creata a tavolino per ottenere voti? Lasciamo a voi la risposta. 

Di sicuro, però, è la fine dello stereotipo dell’omosessuale di sinistra, non razzista e pronto ad accogliere tutti. Anzi, molti gruppi all’estero (in Germania soprattutto) hanno fondato delle associazioni filo-naziste, poco interessate ai loro diritti. Ma ne varrà la pena?

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