“I difensori dei diritti LGBTI stanno affrontando un ambiente sempre più ostile in molti Paesi europei. Gli Stati membri del Consiglio d’Europa devono fare di più per proteggerli”. Parole e pensieri di Dunja Mijatović, Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, dopo aver pubblicato il rapporto di una tavola rotonda on line dello scorso febbraio che ha avuto come protagonisti gli attivisti che lottano per i diritti della comunità queer.
Sulla base degli interventi dei partecipanti alla tavola rotonda, il rapporto traccia l’attuale contesto in cui operano i difensori dei diritti umani LGBTI, caratterizzato da una crescente resistenza al riconoscimento e alla protezione dei diritti delle persone LGBTI in Europa . Si può notare come le tendenze negative presentino inquietanti somiglianze tra numerosi Paesi. Basti pensare ad Ungheria e Polonia, che vanno a braccetto nel cavalcare l’omotransfobia di Stato.
Il rapporto offre una panoramica delle sfide affrontate dai difensori dei diritti LGBTI, che non solo si trovano a dover gestire tutte quelle restrizioni che colpiscono anche gli altri difensori dei diritti umani, ma sono inoltre presi di mira a causa del tipo di battaglie combattute e a causa della loro identità. Le sfide discusse nel rapporto includono violenza fisica, incitamento all’odio e molestie online; fughe di dati personali; campagne diffamatorie, anche da parte di pubblici ufficiali; violazioni dei diritti alla libertà di riunione e di espressione; molestie da parte della pulizia; mancanza di accesso ai finanziamenti.
Il rapporto sottolinea anche l’impatto negativo della pandemia da COVID-19 sia sulle persone LGBTI che sull’attivismo LGBTI, elogiando la notevole flessibilità e creatività degli attivisti LGBTI per adattare il loro lavoro alle esigenze delle comunità LGBTI. “È inaccettabile che la difesa dei diritti umani possa esporre gli attivisti LGBTI a problemi così gravi, compresi i rischi per la loro reputazione personale, la salute mentale e la sicurezza fisica“, ha concluso la 57enne Dunja Mijatović, che nei mesi scorsi aveva difeso il DDL Zan. “Gli Stati membri dovrebbero adottare urgentemente misure per garantire che i difensori dei diritti umani LGBTI possano lavorare in un ambiente favorevole e sicuro“.
Il Commissario per i diritti umani è un’istituzione indipendente e non giudiziaria all’interno del Consiglio d’Europa, incaricata di promuovere la consapevolezza e il rispetto dei diritti umani nei 47 Stati membri dell’Organizzazione. Eletta dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, l’attuale Commissario, Dunja Mijatović, ha assunto le sue funzioni il 1° aprile 2018.
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