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Cristina D’Avena canta per i fasci? È bufera sui social

L’idolo di una generazione simpatizza con Giorgia Meloni e la comunità LGBTQIA+ è delusa.

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Cristina D'Avena per Fratelli D'Italia
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Dopo Lorella Cuccarini, Heather Parisi, e Pino Insegno, anche Cristina D’Avena ci ricorda di rivalutare gli idoli della nostra infanzia.

La colonna sonora di un’intera generazione – fresca della compilation 40: il sogno continua per celebrare i 40 anni di carriera – si esibirà questo giovedì a Roma, in Piazza del Popolo, per festeggiare i dieci anni di Fratelli d’Italia.

Quattro giorni all’insegna della sovranità alimentare, canti natalizi, e un intervento conclusivo di Giorgia Meloni questo sabato. Oltre a lei si uniscono anche Pupi Avati, Marco Travaglio, e Appassionante, trio musicale italiano considerato primo gruppo al femminile crossover opera-pop nel mondo.

Un invito che Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, per “passare una serata in spensieratezza e allegria” al ritmo di canzoni natalizie e sigle dei cartoni animati” ma che sta generando tutt’altro che serenità.

In quarant’anni di carriera, d’Avena non rappresenta solo un confortevole effetto nostalgia, ma è gradualmente diventata anche icona LGBTQIA+ con le sue canzoni a ripetizione nei locali queer, duettando con MYSS KETA sulle note di Hamtaro piccoli criceti, grandi avventure e facendo da giudice a Drag Race Italia.

Non c’è da cadere troppo dal pero: “Ho visto, anni fa, un video in cui Meloni cantava Memole” raccontò la cantante lo scorso Novembre a Leggo “Inoltre ho saputo che mi segue: una volta eravamo a una trasmissione e lei si entusiasmò quando le dissero che nel blocco seguente sarei arrivata io. Con lei canterei volentieri, magari Mila e Shiro o Memole, appunto“. Anche Clarissa d’Avena, sorella e manager dell’artista, ci tiene a confermare che Cristina prova “una forte simpatia per Giorgia”.

Neanche a dirlo, il web è incazzato e deluso.

L’accusa principale mossa a Cristina D’Avena è di essere una ‘banderuola’, capace di volare dal Padova Pride Village al palco di uno dei partiti più fascisti e conservatori in circolazione.

Nella bufera c’è anche chi la difende, sottolineando che d’Avena è una cantante e sta facendo solo il suo lavoro e questo non la renderebbe automaticamente di ‘estrema destra’. Al contempo, è possibile portare avanti il proprio lavoro mantenendo un’integrità etica? Ancora più quando ampia parte del tuo pubblico è target preso di mira dal partito in questione?

Polarizzanti o meno, un po’ di amaro in bocca ce lo lascia.

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