Tra i titoli più amati (e chiacchierati) di Venezia79, The Whale è in pole position (qui potete leggere la nostra recensione in anteprima). L’ultimo film di Darren Aronofsky, si è portato a casa il cuore del pubblico e della critica, insieme ad una standing ovation per la performance di Brandon Fraser, talmente acclamato da essere già tra i papabili candidati agli Oscar 2023.
In The Whale, Fraser interpreta Charlie, padre e marito che abbandona la propria famiglia per un altro uomo e cerca di recuperare il rapporto con la figlia (Sadie Sink) dopo la morte del compagno. Ma nonostante le lodi, Fraser ha attirato anche una buona dose di critiche – dall’indossare una tuta per apparire obeso alla scelta di interpretare un personaggio gay nonostante sia etero.
L’ultima arriva direttamente da Daniel Franzese, per i più l’indimenticabile Damian di Mean Girls nel 2004, che si è definito “conflitto” riguardo l’interpretazione di Fraser: “Vederlo così modesto al Festival di Venezia e vivere quel momento, ero molto felice per lui. È un uomo adorabile, ed è una cosa bella. Ma perché? Perché arrivare lì, indossando una tuta di 400chili, e interpretando un uomo queer?”.
#Looking actor Daniel Franzese opens up on why he’s “conflicted” over Brendan Fraser’s casting in #TheWhale #THRNews pic.twitter.com/qbRwHqvP9J
— The Hollywood Reporter (@THR) September 27, 2022
Franzese riporta l’attenzione sul fatto che molti attori etero continuano ad essere acclamati per interpretare ruoli queer, amplificando lo squilibrio all’interno dell’industria, dove numerosi attori e attrici LGBTQIA+ faticano a trovare reale spazio e inclusione: “Il più grande problema che abbiamo al momento nell’industria è che le persone come me, e i miei colleghi, non possono vendere film oltreoceano se siamo queer perché il mondo è omofobi” specificando “Anche se l’America è pronta ad avere un protagonista gay, hanno difficoltà a vendere questi film oltreoceano, e si spaventano“.
Franzese sottolinea come l’omosessualità o l’essere queer non è una maschera, ma una parte integrante dell’identità di una persona e non ha senso cercare di “interpetarla o recitarla”: “Sento fortemente che faccio recitare una storia a qualcun3, lo faccio per interpretare amante, nemico, una persona sotto droghe, un criminale o un santo. Ma non possono interpretare recitare l’omosessualità, perché recitare l’omosessualità richiede un paio di codici nella performance” per poi continuare “Non faresti interpretare ad una persona abile qualcuno sulla sedia a rotelle, o colorare di nero una persona bianca. L’autenticità ci sta portando in luoghi pieni di gioia”.
Brandon Fraser recieving standing ovation for his work in #TheWhale ♥️ pic.twitter.com/kir3RPssN4
— (@eternal_vj) September 14, 2022
Già alla premiere veneziana, The Whale è stato criticato per aver sfruttato stereotipi triti e ritriti sul corpo grasso, demonizzandoli e ridicolizzandoli ancora una volta. Tuttavia, Fraser ha dichiarato di aver preso molto a cuore il personaggio di Charlie e di averlo trattato con grande cura: “Sfortunatamente, numerosi personaggi obesi nei media sono rappresentati in maniera rivoltante, umiliati, o ridicolizzati, come se vivessero nello squallore” dichiarò in un’intervista per Vanity Fair “Questo non ha mai riguardato Charlie. L’obesità è solo una parte di Charlie. Dopo 10 minuti passati insieme a lui, questa è la svolta che speriamo per gli spettatori”.
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