L’estate sta finendo, e il DDL Zan prepara il suo ritorno in Senato. A quasi un anno dall’approvazione alla Camera, la legge contro l’omotransfobia, misoginia e abilismo è a serio rischio stravolgimento, vista l’annunciata intenzione di Italia Viva di votare a favore delle modifiche insieme a Forza Italia e Lega. Dovessero passare, il DDL Zan fino ad oggi conosciuto sarebbe morto e sepolto.
Ed è proprio Matteo Salvini, nel corso di una manifestazione a Pinzolo, che è tornato a (s)parlare di legge contro l’omotransfobia, continuando a seminare fake news.
“Il Ddl Zan tornerà in Aula a settembre: io non accetto si tirino in ballo i bambini di 6 anni la cui educazione spetta ai genitori e che si impongano le scelte di pochi come il dovere di molti“, ha tuonato il leader leghista. “Rispetto le scelte di vita di tutti ma guai a chi mette in discussione la famiglia, la mamma e il papà. Penso sia semplice e non discriminatorio verso nessuno”.
“Non mi interessa se qualcuno va a cena o fa l’amore co un uomo o con una donna, ognuno è libero di fare ciò che vuole“, ha continuato Salvini. “Quello che non accetto è che si tirino in ballo i bambini la cui educazione spetta ai genitori. Non accetto che si impongano le scelte di pochi ai molti”.
L’ex ministro dell’interno ripete ossessivamente, e mai a caso, il termine ‘scelta’. Come se l’omosessualità si comprasse al supermercato, come se si potesse scegliere il proprio orientamento sessuale, come se quella ‘scelta’ si potesse abbandonare, se solo lo si volesse. Messaggi subliminali diretti a chi ancora oggi continua a ritenere l’omosessualità una malattia, dinanzi ad una legge che andrebbe semplicemente a tutelare chi è ancora oggi discriminato e vittima di violenza.
La cosidetta famiglia tradizionale che Salvini dovrebbe rappresentare, dall’alto del suo divorzio e dalla 2a figlia avuta fuori dal matrimonio, con mamme e papà d’Italia minacciati non si sa come da un DDL che andrebbe banalmente ad ampliare una legge esistente da 30 anni. Parole al vento ad avvelenare ulteriormente i pozzi di un dibattito politico tristemente aberrante.
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