Il nuovo sondaggio di Ipsos presentato nel weekend da Nando Pagnoncelli sul Corriere della Sera rileva ancora una volta dei dati inequivocabili: il 51% degli italiani (quindi la maggioranza assoluta) approva il ddl Zan.
Un 37% lo vede anche come un priorità, mentre in politica, molti contrari continuano a definire il testo come una legge non necessaria o urgente.
Ma vediamo i numeri del sondaggio Ipsos sul ddl Zan
Se il 37% si dichiara non solo d’accordo ma la vede come una legge prioritaria da approvare, c’è un 14% che lo considera un argomento poco importante, ma comunque necessario. È invece il 13% a volere delle modifiche al testo, almeno in parte. Il 10% è assolutamente contrario al ddl Zan. Un enorme 26% non si esprime.
Tra i partiti c’è qualche novità
Anche nel centrodestra (Forza Italia al 48% dei consensi) si registrano numeri favorevoli, naturalmente dopo l’ampio consenso in arrivo dagli elettori del Partito Democratico, Movimento Cinque Stelle e Liberi e Uguali. Tra tutti gli elettori di centrodestra, Ipsos rileva che il 27% considera la legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo come prioritaria, e il 21% si dice favorevole.
Da Italia Viva, il 17% è a favore al ddl Zan. Un altro 17% è favorevole ma solo per evitare una maggioranza risicata che potrebbe far cadere il governo e un 23% chiede che le modifiche non vengano accettate per non snaturare la legge. Tra i renziani, il 43% non si esprime.
Sorpresa dal mondo cattolico. Nonostante le posizioni del Vaticano, quasi la metà dei cattolici intervistati si sono dimostrati a favore: il 47% è per l’approvazione senza modifiche, i contrari sono il 29%.
Preoccupazione in casa Pd
Dal Pd, intanto, continuano a crescere le correnti che aprirebbero a un confronto con le modifiche proposte da Iv. A preoccupare Enrico Letta, il quale vuole andare al voto senza cambiare nemmeno una virgola, è la corrente di Base Riformista, guidata da Lorenzo Guerini e Luca Lotti (quest’ultimo ex fedelissimo renziano).
Qui, è Alessandro Alfieri ad aprire alle modifiche di Italia Viva, mentre il senatore Stefano Collina vorrebbe sapere “tra la legge Zan con piccoli aggiustamenti e nessuna legge che cosa preferisca il mio partito“.
Identità di genere e libertà di espressione a preoccupare?
Il sondaggio si è poi focalizzato su identità di genere e sulla libertà di espressione. Quest’ultima in particolare, secondo i contrari al ddl, sarebbe in pericolo. Un pericolo non calcolato dal 34% degli intervistati, che quindi non vede nessuna “legge bavaglio”, contro il 27%.
Anche i sondaggi passati avevano dimostrato una maggioranza favorevole al ddl Zan. Bidimedia di metà maggio aveva evidenziato come 6 italiani su 10 erano per l’approvazione, così come Tecné di inizio giugno, che segnalava un 52% di favorevoli. Da Piepoli, sempre a giugno, gli italiani a favore del testo erano il 75%.
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