In Italia i media parlano di diversità soprattutto con le brutte notizie

Il Diversity Media Report anticipa gli Awards, e ci fornisce uno spaccato di luci e ombre sulla narrazione delle diversità in Italia.

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diversity media report 2022 diversity media awards 2022
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Torna, come ogni anno, il Diversity Media Report, che dal 2013 monitora i media italiani di informazione e intrattenimento per verificare il livello di rappresentazione della diversità in termini di genere e identità di genere, orientamento sessuale e affettivo, età e generazioni, etnia e disabilità.

I prodotti mediali citati nel report entreranno poi in nomination per i Diversity Media Awards 2022, che premieranno quelli che più hanno saputo raccontare in modo valorizzante e reale la diversità, in tutte le sue sfaccettature.

La votazione per i vincitori è già aperta, è possibile esprimere la propria preferenza tramite varie piattaforme. Vincitori e vincitrici saranno premiati il 24 Maggio durante l’evento – che avrà luogo al Teatro Franco Parenti e che sarà successivamente trasmesso su Rai Uno sabato 28 Maggio. Si è infatti avverato l’auspicio di Francesca Vecchioni, presidente di Diversity Media Lab, che proprio l’anno scorso in un’intervista a Gay.it aveva espresso il desiderio di portare la premiazione Diversity Media Awards sulla tv pubblica: qui puoi leggere la nostra intervista. Lo show che Rai 1 trasmetterà il 28 Maggio sarà presentato da Diego Passoni, Michela Giraud, e M¥SS KETA.

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Il Diversity Media Report 2022 vede l’informazione italiana concentrata soprattutto sulla narrazione tragica delle comunità fragili.

Di seguito una panoramica semplificata sui dati raccolti dal Diversity Media Report, che vedono l’Italia in lenta e costante crescita dal punto di vista della rappresentazione della diversità, sebbene in modo forse ancora superficiale e a tratti caricaturale.

Il Diversity Media Report ci dice che l’informazione italiana considera ancora le diversità solo se tragica

Il primo media oggetto di analisi del Diversity Media Report è l’informazione televisiva italiana, su un campione di 42.572 notizie trasmesse durante il prime time. Si prendono come riferimento i 7 principali telegiornali italiani da gennaio a dicembre 2021.

A differenza del 2020, l’emergenza COVID non monopolizza più i notiziari principali, con un calo significativo che va dal 46% al 25% nel 2021. In crescita del 6%, di conseguenza, le notizie in materia di diversità, che incidono per un totale del 23% di copertura – lo stesso valore del 2019.

I tre temi trattati maggiormente in quest’ambito sono “Età e generazioni” (11,2%), “Etnia” (9%), “Genere e identità di genere” (7,5)%. Indietro invece i temi di “Disabilità” (1,2%) e Orientamento Sessuale (0,8%).

Un dato che dà decisamente da pensare, considerando che il 2021 è stato l’anno della polemica sul DDL Zan, e che quindi la copertura specifica su temi di abilismo, omotransfobia e violenza di genere avrebbe dovuto essere nettamente superiore.

Un altro punto a sfavore in termini di rappresentazione della diversità nell’informazione è che – secondo il Diversity Media Report – si parla solo di brutte notizie e politica: il criterio di notiziabilità è che succeda qualcosa di clamorosamente negativo, come fatti di cronaca (femminicidi, violenze, discriminazioni) e dibattiti accesi in Parlamento.

Tuttavia, le Paralimpiadi di Tokyo sono riuscite ad alzare leggermente l’asticella, mostrando un atteggiamento aperto e positivo verso la disabilità, che ha influenzato positivamente il dato sulla rappresentanza in questo particolare ambito.

 

Campagne pubblicitarie più diversity e LGBT+ friendly

Per quanto riguarda l’advertising, in gara per la categoria Miglior Campagna Pubblicitaria vediamo un buon numero di produzioni a tema LGBTQ+, in primis quelle di Idealista con lo spot “Ciao Papà!. Dal punto di vista dell’advertising, in generale, si sono fatti grandi passi avanti!

Passi avanti sull’intersezionalità nell’intrattenimento, il risultato sul Diversity Media Report però non soddisfa al 100%

Positivo anche il Diversity Media Report sulla rappresentazione della diversità nei prodotti di intrattenimento: l’analisi di circa 180 produzioni uscite nel 2021 hanno rilevato maggiori attenzione e ampliamento dei temi trattati in programmi TV, radio e sul web.

Guardando i dati, in conclusione, si riscontra un aumento della rappresentazione di qualità per i giovani– e delle loro problematiche legate alla diversità -, ma quella rivolta alla disabilità -costellata di stereotipi – lascia ancora a desiderare.

Un ottimo dato risulta invece quello relativo all’approccio intersezionale: un clamoroso 72% dei prodotti specifici analizzati dai ricercatori riporta una buona varietà di temi trattati in modo trasversale, anche se si parla in maggioranza di produzioni internazionali trasposte in Italia e sul web.

Anche l’area “Kids” dà segnali di cambiamento positivi: si riscontrano infatti tantissime produzioni che trattano di temi variegati – dal rispetto della disabilità e delle etnie diverse a velati accenni ai temi di genere e orientamento sessuale – in materia di abbattimento degli stereotipi.

Sul web si rileva invece una crescita esponenziale dell’attivismo performativoquella forma opportunistica e superficiale che sfrutta temi di tendenza, raccontata anche qui su Gay.it dal nostro Simone Alliva – che, nella sua frivolezza, non riesce ad andare al punto e a scendere in profondità.

Il che però contribuisce comunque ad ampliare la conversazione su temi considerati fino ad oggi marginali, come l’asessualità, l’autismo, la fatfobia e i temi della salute mentale.

Entrando nell’ambito specifico LGBTQ+, il Diversity Media Report rileva che sono aumentati i prodotti che raccontano di diversità in ambito di genere e orientamento sessuale: si evidenziano, nello specifico, “Drag Race Italia” come titolo dedicato interamente al tema e “Il Collegio”, che ha portato i temi non binarismo e di identità di genere al pubblico mainstream.

Film e serie TV italiane indietro rispetto alle produzioni estere

Il Diversity Media Report rileva che in Italia vengono importati tantissimi titoli che parlano di una serialità internazionale in costante evoluzione, che coinvolge nelle produzioni professionisti appartenenti ai gruppi sotto rappresentati – sia on screen sia off screen.

Tuttavia, se da una parte importiamo titoli eccellenti, le serie TV italiane non arrivano a livelli adeguati di rappresentazione di temi come la disabilità e l’orientamento sessuale, sebbene l’etnia e i temi generazionali vadano fortissimo.

In generale, secondo i dati raccolti dal Diversity Media Report, le produzioni italiane – sia in termini di serie tv, sia di film veri e propri – non sono al passo con quelle internazionali in materia di rappresentazione della diversità: nella maggior parte dei casi il personaggio “diverso” è un token ben evidenziato, che serve solo a trasmettere un messaggio in maniera sporadica e superficiale, e solo con connotazioni perlopiù negative relative alla sua situazione.

Nei programmi tv mainstream le persone sono ancora troppo spesso ‘narrate’ che rese protagoniste dei propri racconti; sono l’oggetto, non il soggetto. Manca ancora un’espressione della diversità inserita naturalmente nell’offerta mediatica e libera da schemi e registri stereotipati. Segno, probabilmente, che la produzione televisiva, rispetto ad altri canali come le serie tv, i prodotti digitali o i podcast per esempio, sia più portata a ritenere il proprio target meno capace di “comprendere” alcune tematiche legate alla diversità” afferma Francesca Vecchioni.

Il passo avanti c’è e si vede in produzioni più di nicchia: da “Maschile Singolare”, commedia romantica a tema LGBTQ+ fino a Positivə”, documentario volto ad abbattere gli stereotipi subiti da persone positivə all’HIV in Italia (qui la nostra intervista al regista Alessandro Redaelli).

Le nomination ai Diversity Media Awards 2022, titoli e personaggi  LGBTQ+

Per quanto riguarda le serie TV, non ci sono titoli italiani a tema specifico LGBTQ+, anche se in molte lo trattano in maniera trasversale. Per quanto riguarda i titoli internazionali vediamo “It’s a sin” e “Work in progress”.

Per quanto riguarda l’ambito Kids, sono tantissime le serie che hanno affrontato in maniera delicata e trasversale tutti i temi della diversità.

MIGLIOR SERIE TV ITALIANA

  • Nudes – Rai Play • Bim Produzione
  • Zero – Netflix • Fabula Pictures, Red Joint Film
  • Anna – Sky • Sky Studios, Wildside, Arte France, Fremantle, Kwaï, The New Life Company
  • Un professore – Rai 1 • Rai Fiction, Banijay Studios Italy
  • Strappare lungo i bordi – Netflix • Movimenti Production, Bao Publishing, DogHead Animation Studio

MIGLIOR SERIE TV STRANIERA

  • It’s a sin – Starz Play
  • Maid – Netflix
  • Reservation Dogs – Star Originals – Disney+
  • Work in progress – Now Tv, Sky Italia
  • The Underground Railroad – Amazon Prime Video
  • Hawkeye – Disney+

MIGLIOR SERIE KIDS

  • Ridley Jones: la paladina del museo – Netflix
  • Ada la scienziata – Netflix
  • PAW Patrol – NickJr • ViacomCBS Networks, Spin Master Entertainment
  • Alice & Lewis – Rai Yoyo
  • Adventure Time – Cartoon Network
  • Anfibia – Disney+

 

In ambito pubblicitario, come già citato in precedenza, Idealista spicca negli spot LGBTQ + più intensi con “Ciao papà”.

MIGLIOR CAMPAGNA PUBBLICITARI

  • Ciao papà! – Idealista
  • Know you can – Axa
  • Let’s be clear – Sprite
  • Do it together – Indesit
  • Merry Xmas from Tezenis – Tezenis

Nella sfera radio e podcast non troviamo programmi specifici rivolti alla comunità LGBT, ma produzioni che affrontano tutti i temi della diversità con un approccio intersezionale. Ci piace lo stesso, e forse di più!

MIGLIOR PROGRAMMA RADIO E PODCAST

  • Say Waaad? – Radio Deejay
  • New G – podcast originale Spotify
  • Melog, il piacere del dubbio – Radio 24
  • Sui Generis – Radio Popolare
  • Parole Nuove – podcast OIM Italia

La tematica LGBTQ+ va invece fortissimo in ambito di prodotti digitali: troviamo il celeberrimo Sio con il suo “Cos’è lo Schwa?” e “Le domande indiscrete a un’asessuale” di Vd News.

MIGLIOR PRODOTTO DIGITALE

  • Sio, Cos’ǝ lo SCHWA?
  • Vd News, Le domande indiscrete a un’asessuale
  • Belle di Faccia, Grassofobia e Socialità
  • Autistic Red Fryk Hey (Federica Giusto), Termini che non devi utilizzare per descrivermi
  • Colory*, Quello che a lezione di storia non ci hanno insegnato…

Per quanto riguarda i content creators, nella categoria LGBTQ+ troviamo Charlie Moon, youtuber classe 1997 e autrice del video “Il coraggio di essere se stessi – COMING OUT” dove annuncia di essere omosessuale.

CREATOR DELL’ANNO

  • Charlie Moon, @charliemoon
  • Michela Grasso, @SpaghettiPolitics
  • Giorgia Soleri, @giorgiasoleri_
  • Giulia La Marca, @_giulia_lamarca
  • Pierluca Mariti @Piuttostoche
  • Ali Tasnim, @alitasnim

In ambito movie troviamo diverse produzioni indie, tra cui “Maschile singolare” e “Positivə”, rispettivamente commedia romantica e documentario che raccontano la comunità LGBTQ+ attraverso il cinema.

MIGLIOR FILM ITALIANO

  • Maschile Singolare – Amazon Prime Video • Rufus Film
  • Positivə – Nexo • Peekaboo, UAU
  • L’afide e la formica – Now TV • Indaco Film, Rai Cinema, distribuzione Zenit Cinema
  • Anni da cane – Amazon Prime Video • Amazon Studios, Notorious Pictures

Drag Race Italia è il titolo di punta ai Diversity Awards per la comunità LGBTQ+, insieme a “Il Collegio” che – seppur non a tema strettamente queer – non ha avuto paura di trattare temi di genere e orientamento sessuale.

MIGLIOR PROGRAMMA TV

  • Il collegio – Rai 2
  • Drag Race Italia – Discovery +
  • La teoria di tutte – laF
  • GEO – Rai3
  • I fantastici – Fly2Tokyo – Rai Play

Per la categoria personaggio dell’anno troviamo Madame, icona bisessuale del panorama musicale italiano e Irma Testa – pugile italiana omosessuale che ha partecipato ai giochi di Tokyo 2021.

PERSONAGGIO DELL’ANNO

  • Maneskin
  • Kasia Smutniak
  • Madame
  • Irma Testa
  • Marco Cappato
  • Bianca Balti

 

 

Foto di Matheus Viana da Pexels e Sharon McCutcheon da Unsplash

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