Donald Trump sogna di tornare alla Casa Bianca, con la campagna elettorale ufficialmente partita. Il tycoon è tornato ad attaccare la comunità LGBTQ+ in un discorso tenuto al vertice annuale dell’America First Policy Institute.
Trump, che in 4 anni di presidenza ha pubblicamente attaccato la nostra comunità in quasi 200 occasioni, ha denunciato la “sessualizzazione dei bambini minori” da parte delle persone LGBTQ. “Il governo federale, statale e locale dovrebbe applicare in modo aggressivo gli statuti esistenti per fermare la sessualizzazione perversa dei bambini”.
La “sessualizzazione dei bambini” è un’espressione che la destra americana usa da anni per riferirsi a qualsiasi discussione sulle identità LGBTQ e sui più piccoli. “La società che rifiuta di proteggere i suoi figli è una società che presto non sarà in grado di proteggere nessuno”, ha tuonato Trump. “Questo è un segno distintivo del degrado culturale e sociale contro il quale dovremmo combattere molto duramente e molto presto non avremo il tempo necessario per farlo”.
Trump ha poi paradossalmente ammesso di non sapere neanche di cosa stesse parlando, definendo “sickos” le persone LGBTQ+, ovvero psicopatici, maniaci, squilibrati. “I maniaci che spingono contenuti sessuali negli asili nido o forniscono bloccanti della pubertà ai bambini piccoli che non hanno idea di cosa sia un bloccante della pubertà – nemmeno io, a proposito, né la maggior parte delle persone nel pubblico“, ha detto l’ex presidente, che di fatto mette bocca su argomenti che non conosce affatto. “Diciamo solo che non sono solo coinvolti in atti di depravazione, in molti casi stanno infrangendo la legge e dovrebbero essere ritenuti pienamente responsabili”.
Dovesse essere rieletto presidente, è facile immaginare un ampliamento della tanto contestata “Don’t Say Gay” della Florida a livello nazionale, con tutti i contenuti LGBTQ+ vietati in tutte le scuole d’America.
Trump è tornato anche ad attaccare le donne trans* che praticano sport, promettendo il bando totale nel caso in cui tornasse presidente. “A proposito, non dovremmo permettere agli uomini di giocare negli sport femminili. E’ folle“. Non contento, ha sparato a zero contro Lia Thomas, nuotatrice dell’Università della Pennsylvania.
Il vecchio Donald ha detto di conoscere una donna, una “bella donna” che voleva battere un record mondiale non specificato nel nuoto. Questa donna arriva in piscina e da una parte vede altre donne, mentre dall’altra “qualcuno con il corpo di un uomo”. “Sapete che il ragazzo è stato nominato ‘atleta donna dell’anno’. Lo sapete? È tutto vero! Questo ragazzo è enorme, ha un’apertura alare, ha braccia lunghissime. Quella donna che voleva battere il record in acqua è stata gravemente ferita durante la gara perché quell’uomo ha nuotato così velocemente che le ha dato una forte scossa mentre passava. Lei non ha battuto il record, ma lui quel giorno ha battuto il record. Sapete di quanto? 38 secondi“.
Peccato siano tutte menzogne. Thomas non ha stabilito alcun record di 38 secondi. Ha vinto una gara sulla lunga distanza con 38 secondi sulla seconda, cosa tutt’altro che inusuale in una gara dalla durata di oltre 15 minuti. Thomas, tra le altre cose, non è stata eletta “atleta donna dell’anno”, ma solo candidata. E infine, Thomas non ha ferito nessuna collega nuotatrice in acqua.
Non contento, Trump ha raccontato un’altra ‘storiella’ su una fantomatica sollevatrice di pesi transgender di nome “Alice” che, a suo dire, avrebbe battuto il record mondiale femminile nello slancio, di 218 libbre. Il tycoon ha detto che Alice avrebbe battuto il record dopo anni e anni senza troppi sforzi e che volendo avrebbe potuto alzare anche di più. Peccato che il record mondiale per le donne nello slancio sia di 411 libbre, stabilito dall’atleta cinese Li Wenwen nel 2021. Atleta cisgender. Un’altra bugia ad uso e consumo della transfobia.
“È così irrispettoso nei confronti delle donne“, ha precisato Trump denunciando la presenza di atlete trans* negli sport. Detto da colui che voleva prenderle tutte per “la fig*”, come rivendicato con orgoglio nel corso della sua prima corsa alla presidenza contro Hillary Clinton. Che ora vuole bissare. “Alla prima candidatura ho vinto. Poi ho corso una seconda volta e ho fatto molto meglio. Abbiamo ottenuto milioni e milioni di voti in più”. “Potremmo solo doverlo rifare”.
Più che una promessa, un’autentica minaccia.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.