Durante la campagna elettorale per le prossime elezioni in Ungheria, l’ex Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sostiene a gran voce l’autocrate e omotransfobico Viktor Orbán, attuale Primo Ministro ungherese e in lizza per la quarta rielezione consecutiva in tale carica – e quinta in totale, considerando anche il mandato dal 1998 al 2002.
In una dichiarazione, Trump ha affermato: “Viktor Orbán dell’Ungheria ama davvero il suo paese e vuole sicurezza per il suo popolo. Ha svolto un lavoro potente e meraviglioso nel proteggere l’Ungheria, nel fermare l’immigrazione illegale, nella creazione posti di lavoro, nel commercio e dovrebbe poter continuare a farlo nelle prossime elezioni.
“È un leader forte e rispettato da tutti. Ha il mio completo sostegno e appoggio per la rielezione a primo ministro!”
Non è usuale che un ex Presidente USA faccia dichiarazioni a favore di un candidato alle elezioni di un altro paese; ma non c’è da sorprendersi se l’ex Presidente è Donald Trump e il candidato è Viktor Orban.
Il magante americano ammira da sempre il lavoro e la figura di Orban, che è stato il primo leader europeo ad appoggiare la campagna per l’elezione di Trump.
I due condividono una scarsa, se non pessima, attenzione per i diritti umani. In particolare per la comunità LGBTQIA+, verso cui sono entrambi avversi, regalandoci negli anni la perdita dei diritti acquisiti con fatica e una brutale violenza nei gesti e nei discorsi.
Durante il suo periodo da presidente, Trump ha lanciato un attacco dopo l’altro alla comunità queer negli Stati Uniti. L’amministrazione Trump ha bandito le persone trans dall’esercito americano, ha dato alle agenzie federali per adozione il via libera a bandire le coppie LGBTQ+, ha sostenuto attivamente la discriminazione sul lavoro, nei servizi e nell’assistenza sanitaria contro le persone LGBTQ+; ha cancellato riferimenti alla comunità LGBTQIA+ dai siti Web del governo e ha combattuto per negare la Cittadinanza statunitense ai figli di genitori dello stesso sesso.
Secondo GLAAD, Trump ha attaccato le persone LGBTQIA+ per un totale di 180 volte durante i suoi quattro anni alla Casa Bianca.
Sul fronte Ungheria, Orbán ha vietato costituzionalmente il matrimonio tra persone dello stesso sesso, modificato la costituzione per cambiare la definizione di famiglia e vietare di fatto l’adozione da parte delle coppie dello stesso sesso e ha posto fine al riconoscimento legale per le persone trans*. Nel 2021 è entrata in vigore la sua legge sulla propaganda anti-Lgbt+, che vieta la “promozione” delle vite queer ai minori.
Al di là della comunità lgbtqia+, il Primo Ministro ungherese, in questi 12 anni di mandato consecutivo, trascina con sé ha una serie di disastri sul piano umano.
Tra muri ai confini del suo Paese; leggi contro l’immigrazione, l’aborto e i diritti delle donne; diatribe e terremoti all’interno dell’Unione europea, arrivando a scuotere i suoi valori fondativi: Orban è stato il primo in Europa a rendere la sua democrazia una democrazia illiberale.
Le elezioni in Ungheria si terranno ad aprile, la campagna è ancora aperta e proprio in questi giorni sei partiti di opposizione, di tutto lo spettro politico, si sono alleati per sostenere il candidato Péter Márki-Zay. Quest’anno, più che mai, è forte la volontà di una buona parte del Paese dell’Est Europa di liberarsi finalmente dell’autocrate omotransfobico.
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