Due pacchetti di fazzoletti non sono stati sufficienti per arrivare a guance asciutte alla fine della seconda puntata di Drag Race Italia, talent show in onda su Discovery+. Se la maxi-sfida della settimana consisteva nel mettere in mostra le proprie doti attoriali, presentando ai giudici e agli ospiti speciali Gianmarco Saurino e Fabio Mollo una televendita convincente, c’è chi ha deciso di far saltare ogni copione e di porsi a nudo di fronte alle telecamere. È Enorma Jean che (spoiler: ha vinto la sfida) nei confessionali ha parlato della propria vita, affrontando due argomenti piuttosto duri, in parte connessi tra loro: la morte prematura del padre e la propria sieropositività.
Parlando con Le Riche, collega di werk-room, Davide Gatto ha raccontato del difficile rapporto con il padre, originario di Pozzuoli, di cui rivede costantemente il volto allo specchio, per via della somiglianza fisica. “Bisogna cancellarla questa faccia che mi fa paura“, ha rivelato al trucco, confessando di aver fatto coming out a 18 anni, senza essere accettato, nemmeno negli attimi precedenti alla scomparsa del padre:
Mio papà è morto quando avevo 29 anni. Nel 2003 si ammala di tumore e quindi io ho visto mio padre deperire ad una velocità incredibile e per quanto io avessi dei problemi con mio padre, lui era il mio supereroe. Io penso che quando lui ha realizzato che era innamorato di suo figlio e suo figlio era innamorato di lui, che era un rapporto fra due uomini, non c’era niente di male. Mio padre è morto molto giovane, io non avevo la struttura per affrontare una cosa di questo genere. Ho tentato di mantenere la calma, ma per la prima volta nella mia vita ho perso completamente l’equilibrio e mi è sembrato che niente avesse più senso. Ho detto: “Fanc*lo, mi sono fatto un c*lo per trent’anni per sentirmi dire “sei stato bravo” ed è morto senza neanche avermi mai detto “ti voglio bene”. Sono tornato al punto di partenza. Mi odio.
Il trauma della perdita, la rabbia per non aver ottenuto un riconoscimento da chi, nonostante tutto, amava, ha fatto sprofondare il performer in un baratro senza fondo. Una vita dissoluta, trascorsa con l’intento irrazionale di farsi male, di punirsi per chissà quale errore:
Ho cominciato a fare sesso non protetto perché mi dicevo “me lo merito, devo fare quella fine“. Una notte incominciai a sudare e mi dicevo: “Non è quello che stai pensando tu, avrai preso un raffreddore”. Ma i sudori aumentano, mi si sono gonfiate le ghiandole, non sto bene e sono giovane. Ho pensato “No Davide, non è quello che stai pensando”. Così sono andato all’ospedale da solo ed ho fatto le analisi del sangue. Dopo due giorni mi chiamano e mi dicono: “Abbiamo una busta per lei, però deve passare da noi, abbiamo anche uno psicologo per parlare”. E mi è arrivata la bomba: quello che pensavo fosse un gioco era una cosa verissima, era una diagnosi di sieropositività. Sono sieropositivo. L’ho scoperto nel 2008, in un periodo in cui c’era la terapia e quindi non sarò mai grato abbastanza alla scienza. Perché io ora dovrei essere morto o stare malissimo, invece ho carica virale zero, tutti i parametri giusti e sono una persona sanissima.
“Non sono un poverino, sono uno che ce l’ha fatta, ce la sta facendo e ce la farà”, ha aggiunto Davide Gatto, prima di inforcare la parrucca grigia della casata Jean. La storia di Enorma, raccontata in prima persona senza filtri e patetismi, permette a Drag Race Italia di conquistarsi uno spazio pressoché inesplorato nel panorama mediatico italiano. Un porto franco da cui far salpare messaggi di inclusività non sotto forma di slogan freddi e preimpostati, ma con la forza dirompente della storia. Perché anche quella privata di ciascuno di noi è magistra vitae.
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